mercoledì 8 aprile 2020

La Pasqua ai tempi del coronavirus.

Mai ,in tempo di pace, l'umanità si era trovata di fronte ad una situazione così emergenziale come quella relativa alla pandemia del Covit 19. Nell'era moderna abbiamo appreso e  letto sui libri  della infezione Spagnola del 1918 dove in tanti trovano delle analogie.

Sgombriamo il campo ad ogni perplessità nel dire che questo termine non indica la provenienza del primo focolaio infettivo ma trova  riferimento nel fatto che furono i giornali spagnoli a darne per primi la notizia. I giornali spagnoli  non erano sottoposti alla censura di guerra imperante in altre nazioni europee. La Pandemia chiamata spagnola fu causata da un virus H1N1, che uno studio del 2005 suggerisce che si sia originata in USA. Causò 500 milioni di morti. Un terzo della popolazione mondiale di allora.

Tralasciamo le eventuali analogie con il passato ed entriamo nella nostra quotidianità evidenziando come ci siamo trovati 
maledettamente invischiati in questa pandemia nella solennità delle celebrazioni pasquali.

Abbiamo ancora sotto gli occhi le immagini televisive, destinate a rimanere nella storia, la grande emozione della preghiera di Papa Francesco  con conseguente Benedizione Urbi et Orbi, fatta nel piazzale deserto di San Pietro. I circa 18 milioni di spettatori solo in Italia che hanno partecipato con emozione e speranza  a questo rito, fanno comprendere la necessità di offrire ai fedeli una risposta spirituale oltre che scientifica a questa pandemia.

La Chiesa fino ad allora era sembrata chiusa ed arroccata su se stessa. La sua funzione comunitaria è rimasta solo quella di non accrescere eventuali rischi di contaminazione. Il soccorso umanitario un tempo veniva svolto dalla Chiesa in questi momenti difficili, ma stavolta non si è percepito.   dice lo storico cattolico Franco Cardini . Un tempo contro le Epidemie si pregava,oggi si chiudono le chiese.

Il relativismo ormai si insinua ovunque.

Allora non ci resta che, in maniera individuale, vivere questo momento emergenziale  in maniera spirituale riflettendo sul senso della nostra vita e l'accettazione della morte.

Qualcuno ha affermato che l'uomo moderno non sa più vivere nè morire avendo perso il senso della vita ed i suoi riferimenti spirituali che dovrebbero alleviare la nostra dipartita.  Madre Teresa di Calcutta  parlando della differenza tra un orientale ed un occidentale evidenziò che la differenza  stava  nell'atteggiamento di fronte alla morte. Noi occidentali ne siamo terrorizzati non sappiamo più morire. 

Allora, in queste giornate di quarantena, dove tra le tante cose che si fanno , si legge di più per ingannare il tempo in casa , sia per il cristiano e non solo fonte di riflessione ed introspezione .

Ci viene in soccorso la Pasqua con il suo significato certamente spirituale con la sua simbologia. Il vero significato della Pasqua è legato al concetto di rinascita spirituale. La festa in cui il credente rinnova la sua fede e chi non è credente dovrebbe sentire una sorta di desiderio di conversione. Il tutto ruota intorno a Cristo e la sua esperienza di morte e resurrezione.

Il mio personale augurio è che si possa vivere consapevolmente questa rinascita spirituale, aspetto che diventa importante,  specialmente in questo particolare momento in cui l'intera umanità è messa a dura prova. Da questo periodo drammaticamente surreale  si traggano degli spunti  per poter continuare a vivere in maniera più sobria e più umana. 

Buona Pasqua.

Salvatore Valerio                      


4 commenti:

Unknown ha detto...

Ottimo articolo. Federica

Anonimo ha detto...

Ottimo commento, federica.

Unknown ha detto...

Complimenti per la disamina

Unknown ha detto...

Complimenti per una perfetta disamina

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