sabato 22 dicembre 2007

il Natale oggi.

Non voglio tediare chi mi legge con le solite menate sul Natale,
sui regali,ma voglio farmi una domanda e darmi conseguentemente una
risposta:qual'è il significato del Natale nel 2007?
Con tutti questi modi paganeggianti, entrati ormai nella tradizione civile e religiosa, dobbiamo dire apertamente che si è degenerato dalla genuina verità, quella che promana dalla Parola di Dio a questo riguardo.

Il mondo, in realtà, approfitta della circostanza o del pretesto, per mettere in mostra i più svariati articoli commerciali, allettare il visitatore incantato e indurlo ad acquistare la merce.

Innanzi tutto, precisiamo che la Sacra Scrittura non ci ha lasciato alcuna data cronologica intorno alla Nascita di Gesù, per cui il 25 dicembre non è da ritenersi come il «dies natalis» del Signore.

Dalla mitologia si rileva che il 25 dicembre i pagani iniziati ai misteri di Mitra celebravano la festa del natale del "Sol invictus". Questo culto idolatra al dio Sole, l'eliolatria, fu l'ultima forma ereditata dal paganesimo romano.

L'imperatore Aurelio diede ad essa una consacrazione ufficiale, erigendo in suo onore un tempio favoloso, mentre fissava la solennità di quel dio al solstizio d'inverno, cioè al 25 dicembre. Quando però l'imperatore Costantino si convertì al cristianesimo, fu necessario fare di quella data non più il «dies natalis» dell' astro del giorno, bensì il «dies natalis» di Colui di cui l'astro era soltanto il simbolo nel cosmo. Così ebbe inizio il Natale del Signore.
Dice Gilberto Gamberini:"resta la magia di certe atmosfere e di certe situazioni, certi odori, certi sapori, come cani da tartufo ricerchiamo, certi colori, certe immagini sono spesso indelebili nella nostra vita, in ogni caso, la magia della natività in un mondo che sempre di più parla e straparla di negazione altrui, la magia della famiglia che pur in miseria riesce ad essere realtà, la magia dell'uno più uno e più uno ancora, come uno e trino è o potrebbe essere l'amore supremo, del padre della madre e del figlio, la magia del calore e della presenza animale, tutto questo è racchiuso nella natività della notte di Natale".
Dice il papa:riscoprire il vero significato del Natale, nascosto dietro ''l’inquinamento commerciale'' della società dei consumi, che rischia di mettere in secondo piano la dimensione religiosa. Il cristiano è chiamato invece a ''riconoscere nel Bambino di Betlemme il Figlio di Dio'', sull’esempio della Madonna. Lo stesso presepe è un modo semplice per ''contemplare il mistero dell’amore di Dio'' e ''l'umiltà e la bontà misericordiosa di Cristo'' e capire così ''il segreto del vero Natale''.

domenica 9 dicembre 2007

4 morti alle acciaierie di Torino.

Possibile che nel 2007 si muoia così tanto sul posto di lavoro?
Risulta chiara la responsabilità dell'azienda...ma in Italia non
c'erano i sindacati? A forza di parlare sempre di salari non è che
si sono dimenticati della sicurezza?
Alle famiglie dei poveri lavoratori defunti siano date le opportune riconoscenze
da parte delle istituzioni per rendere almeno meno duro il vivere
quotidiano.


PS:PURTROPPO OGGI (22 dicembre 2007) I LAVORATORI MORTI SONO A QUOTA 6.

venerdì 30 novembre 2007

Marxismo e Capitalismo due facce della stessa medaglia.


Nell’enciclica Spe salvi, pubblicata oggi, Benedetto XVI coglie magistralmente uno dei drammi più acuti e controversi del nostro tempo, un tempo in cui si è smarrita la certezza del futuro, un tempo in cui il crollo delle ideologie e la progressiva materializzazione delle esistenze ha rivelato un mondo “senza speranza e senza Dio”, o meglio “senza speranza perché senza Dio”. Accolgo con approvazione l’osservazione di Ratzinger per cui, dietro l’idea secondo cui Ragione e libertà “sembrano garantire da sé, in virtù della loro intrinseca bontà, una nuova comunità umana perfetta”, si annida un’illusione che tutt’ora inganna e sottomette i popoli di tutto il mondo. Questa deviata concezione ha raggiunto il suo apice nell’illuminismo e nel marxismo, ed, a nostro avviso, si esterna in tutta la sua mostruosità nell’attuale capitalismo sfrenato. L’illuminismo, sempre secondo il Papa, è il “tentativo di instaurare il dominio della ragione e della libertà ora anche in modo politicamente reale”, col rischio della “fine perversa di tutte le cose. Invece “l’errore fondamentale di Marx” è che “ha dimenticato l’uomo e ha dimenticato la sua libertà. Ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il male. Credeva che, una volta messa a posto l’economia, tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo: l’uomo, infatti, non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall’esterno creando condizioni economiche favorevoli”. Nella società odierna, dove tecnologie avanzate e scienza dominano dettando le regole ed i tempi di vita di tutta l’umanità, si nasconde il rischio che il tanto declamato progresso sia in realtà una menzogna ingannatrice, che distoglie l’uomo dal suo vero obbiettivo, il perseguimento della Verità e della Giustizia. Ratzinger lo sottolinea dove afferma che il progresso “offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male – possibilità che prima non esistevano” e “se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell’uomo (…) allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l’uomo e per il mondo”. Gli aspetti più concreti di questa affermazione sono verificabili nella quotidianità da tutti noi. Una quotidianità fatta di miserie umane e politiche, dove milioni di persone muoiono a causa di guerre ingiuste o dell’imperialismo sfruttatore, ed altre migliaia si annichiliscono silenziosamente. In un tempo in cui, anche per i giovani, sembra non esserci futuro degno di essere chiamato tale. Le parole di combattiva speranza di Ratzinger sono oggettivamente verificate. Ricordiamo che non a caso oggi il suicidio è - tra i giovani europei - una delle principali cause di morte. È il sintomo di una congenita malattia, la paura e la noia di vivere, che non può essere sconfitta se non abbandonando i molteplici credo dettati dal materialismo sfrenato che pretende di esaurire in se stesso tutte le componenti dell’essere umano. L’assenza di valori determina l’assenza di speranza e l’annientamento di ogni persona. Per questa ragione ritengo che recuperare i valori cardinali ,peculiari alla nostra cultura , sia l’unico modo possibile per riscoprire la speranza e quindi battersi per la sconfitta di tutte le ingiustizie.

venerdì 23 novembre 2007

L'IDEA del Cavaliere.




E' probabile che sia stata questa la considerazione che è venuta, giorni or sono, in testa al Cavaliere!

mercoledì 14 novembre 2007

MORTE DI UN BRAVO RAGAZZO.

Quello che è successo Domenica 11 novembre ha dell'incredibile.
E' veramente difficile esprimere il senso di "stordimento" di
smarrimento che mi pervade.
E' come se fosse morto un mio figlio ,uno che si è trovato nel posto
sbagliato al momento sbagliato.
Si chiamava Gabriele Sandri.
Chi l'ha ucciso? La mano di un altro "figlio di mamma" stipendiato dallo
Stato a 1000 euro circa al mese.
Purtroppo lo Stato non investe più di tanto nell'addestramento di questi
"poveri cristi" che talvolta sentendosi "braccati" non solo dalla mala vita
ma anche da alcune frange politiche (ricordate il G8?)talvolta reagiscono
in maniera sconsiderata.
Ovviamente l'errore c'è stato, è costato una giovane vita, e chi ha sbagliato
dovrà essere punito.
Ma la cosa ancor più grave mi è sembrata la reazione di alcuni così detti
"ultras" che hanno messo a soqquadro una intera Nazione prendendo a pretesto
la morte del povero Gabriele, che sicuramente non avrebbe accettato atteggiamenti
simili visto che il giovane era considerato da tutti molto mite e gioviale.
Secondo me il calcio c'entra veramente poco con l'accaduto, è frutto di un degrado
morale, sociale in cui tutti stiamo sprofondando inesorabilmente.
Affinchè la morte del giovane non sia stata vana si ristabiliscano una volta per tutte, il senso dello Stato , delle Forze dell'Ordine (a cui deve andare tutto il
nostro rispetto) e un senso civico, di umano rispetto, molto più sentito di quello attuale in tutte le manifestazioni sportive e non.

venerdì 2 novembre 2007

Veltroni ed il comunismo.


Veltroni giorni fa ha evidenziato che vi sono delle affinità tra il
Nazismo ed il Comunismo.Subito dopo c'è stata la presa di posizione
di molti comunisti o post comunisti su queste affermazioni.
Purtroppo in Italia c'è ancora qualcuno che, comunista, si ritiene superiore perchè
i comunisti "hanno liberato la nostra Nazione dalla dittatura fascista".
Ma va detto subito una cosa:i comunisti liberarono l'Italia perchè volevano
loro prendere il posto dei fascisti. Tutto ciò non avvenne grazie alla vigilanza
di molti italiani e delle nazioni alleate che non avrebbero visto di buon
occhio un regime dittatoriale che avrebbe annicchilito il primo.
Il comunismo è sicuramente un regime dittatoriale assassino e repressivo
altro che'.
Pol Pot, Lenin ,Stalin,i Gulac ,le Foibe, la repressione maoista sotto il periodo della rivoluzione culturale sono solo l'esempio di ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare il comunismo .Per tali ragioni ritengo valide le considerazioni di Veltroni nonostante che tutto ciò mi sembra fatto in maniera ruffiana e furbesca.

per saperne di più consultare il sito http://necropolisgulag.altervista.org/

domenica 28 ottobre 2007

Leggenda Irlandese e Leggenda Orsarese.E'una notte inquietante quella che precede il 2 novembre.







Si racconta che Jack un miserabile vecchio ubriacone si divertisse a giocare scherzi a chiunque: alla famiglia, agli amici,a sua madre e perfino al diavolo. Un giorno mentre il Diavolo si stava arrampicando su un albero di mele Jack lo intrappolò circondando il tronco di croci. Il Diavolo era bloccato sull'albero
e Jack gli strappò la promessa di non prendersi la sua anima quando sarebbe morto. Solo allora tolse le croci e lasciò andare il diavolo.

Qualche anno dopo, il giorno della sua morte, Jack salì al cielo ma San Pietro gli disse che aveva avuto una vita troppo crudele e miserabile per entrare in paradiso. Allora si recò all'inferno dal Diavolo, il quale però mantenne la sua promessa e non gli permise di entrare all'inferno. Jack era impaurito, non sapeva dove andare, era destinato a vagare per sempre nelle tenebre tra l'inferno e il paradiso.

Il Diavolo allora prese un tizzone e glielo diede per aiutarlo a illuminare il cammino. Jack posizionò il tizzone in una rapa, uno dei suoi cibi preferiti
che portava sempre con sé, dopo averla scavata. Da quel momento in poi Jack si aggirò sulla terra senza un posto dove andare, illuminando la via come poteva con la sua Jack O'Lantern.

Così nel giorno dei morti gli irlandesi scavavano rape, barbabietole e patate, inserendo dentro una fonte di luce che tenesse lontano gli spiriti maligni e Jack. Nel 1800 quando ci fu un forte emigrazione
irlandese in America si scoprì ben presto che le zucche erano più grandi e più facili da scavare.

Da li in poi le zucche diventarono il simbolo di Halloween

PS: ma con tante leggende e tradizioni italiane ,per forza dovevamo far nostra una tradizione che non ci appartiene?

ad Orsara di Puglia in provincia di Foggia succede questo:

Nel paese del Subappennino Dauno l’usanza di svuotare le zucche, scolpirle come teschi ed illuminarle con le candele, si perde nella notte dei tempi.
I vecchi del paese ricordano che già i loro nonni festeggiavano la Vigilia di Ognissanti, decorando le vie del paese con le zucche, qui chiamate cocce priatorje e accendendo falò di rami di ginestre agli incroci e nelle piazze. Era la festa chiamata "fuuc acost".


Spettacolo nella notte di Halloween ad Orsara.

E’ una notte inquieta quella che precede il 2 Novembre.
Le antiche leggende raccontano che i morti tornano sulla terra e gli spiriti liberati delle loro catene combattono, tra i palazzi e le case degli uomini, l’eterna battaglia tra il bene e il male.

“Sono secoli che noi celebriamo con zucche e falò questa notte magica”
–raccontano qui ad Orsara. “Sicuramente -aggiungono- sono stati i nostri emigranti ad esportare negli Stati Uniti l’usanza delle zucche scolpite”.

Le cocce priatorje, ovverosia le zucche con forma di teschio, vengono messe alle finestre, mentre grandi falò illuminano la notte.



Gli scoppiettii dei rami verdi di ginestra, che ardono tra le alte fiamme, spaventano le anime dei peccatori che vagano senza pace tra i vicoli. Le faville incandescenti si sollevano luminose e leggere e consolano le anime del Purgatorio aiutandole a volare verso il cielo.
Le antiche leggende raccontano che in questa notte di Novembre, il mondo dei vivi e il mondo dei morti si incontrano.
Gli abitanti di Orsara, custodi di queste salde tradizioni, si radunano in gruppi, per mangiare insieme ciò che viene cucinato sulle braci dei falò ormai spenti. Ma non tutto viene consumato, in modo da lasciare, agli angoli delle strade, vassoi con dolci e vino perché possano rifocillarsi, insieme ai vivi, anche tutte le anime tornate ad aggirarsi silenziose tra le ombre delle chiese e dei palazzi.

I bambini di Orsara vestiti da streghe, scheletri e fantasmi, sono i veri protagonisti di questa festa e, dopo cena, si radunano intorno al caminetto, per mangiare dolci e ascoltare dai nonni le terribili storie di morti che tornano, di luoghi magici ed avventure strane ed inspiegabili che ricorderanno per tutta la vita


martedì 23 ottobre 2007

Il rosso della Fontana di Trevi come metafora di una città.


Bella ed interessante provocazione!
Tutto il resto è noia!
W il futurismo ed ogni libertà di Azione contro il marcio Passatismo borghese e contro ogni tipo di “veltronismo” sgusciante!
Ave .







PS:le spese della pulizia della fontana a carico dell'esecutore.

lunedì 22 ottobre 2007

Una storiella dalla Repubblica delle banane.


Mastella è indagato per abuso d'ufficio, finanziamento illecito ai partiti, concorso in truffa nell'ambito di finanziamenti europei e nazionali da De Magistris. Appena lo sa ne chiede il trasferimento. Non ci riesce. De Magistris diventa l'indagato. Qualcuno fa uscire notizie riservate dalla Procura di Catanzaro. De Magistris riceve una busta con delle pallottole. Va avanti lo stesso. Mastella minaccia di mandare a casa Prodi a primavera. L'inchiesta è subito tolta a De Magistris. E' finita qui?
Si, è finita, ma per il centro sinistra. E' morto, defunto. Nessun partito ha chiesto le dimissioni di Mastella. Vergogna. In un Paese normale Mastella sarebbe a Ceppaloni a raccogliere pomodori. E Prodi, anche lui indagato? E' sereno. Il giudice non c'è più e ieri, insieme al compare Mastella, era a Napoli per ricevere il Papa.

venerdì 19 ottobre 2007

Preso pericoloso pedofilo.


E' stato rintracciato ed arrestato nel nord-est della Thailandia il presunto pedofilo che aveva immesso su internet almeno 200 sue foto che lo mostrano mentre abusa di bambini. La cattura di Christopher Paul Neil, 32 anni, canadese, è stata resa possibile da una caccia all'uomo su scala mondiale lanciata dall'Interpol, proprio su internet, dopo che le polizie dei 186 stati che compongono l'organizzazione internazionale delle polizie, nonostante grandi sforzi investigativi, non erano riuscite a prendere l'uomo.

Ma un "uomo" (si fa per dire) così merita di vivere?

Prodi e il disegno di legge "bavaglio"!

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all'informazione sotto sotto questi sono tutti d'accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell'Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L'iter proposto da Levi limita, di fatto, l'accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all'albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: "Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere".
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

mercoledì 17 ottobre 2007

Primarie e PD.

Non me ne vogliano i tre milioni di persone che hanno votato Veltroni e soci, ma
nonostante sia nato da pochi giorni, stò partito ha già rotto, puzza di muffa.
Non parliamo del suo segretario.W.Veltoni ,l'uomo nuovo che è già vecchio!
Le sue parole sono un esempio di ovvietà, di lapalissiano.
Quindi, nulla di nuovo sotto il sole!
Che noia!
E poi stò nome:Partito Democratico, come se gli altri fossero antidemocratici!
D'altra parte molti ,venendo dal Partito Comunista, avevano bisogno di questa
auto-denominazione di origine controllata...di questa purificazione...contenti loro...

lunedì 24 settembre 2007

Solidarietà ai Monaci Buddisti

I monaci buddisti guidano 300mila persone in piazza contro il regime birmano
Monaci in marcia
Monaci in marcia
Continuano le proteste in Myanmar

Le quotidiane proteste di piazza contro la giunta militare del Myanmar hanno ormai assunto proporzioni vertiginose, e il regime non sembra più in grado di controllare una massa umana così enorme. Oggi nel giro di poche ore è salito vertiginosamente il livello della partecipazione alla più massiccia contestazione organizzata nelle ultime cinque settimane nell'ex Birmania. Centinaia di migliaia le persone scese in strada, per metà monaci buddhisti, gli altri per lo più studenti, per un totale superiore alle trecentomila unità.

I religiosi hanno chiesto alla popolazione di pregare, di non commettere violenze e di non scandire slogan politici: "Marciamo per il popolo!" e "La bontà prevarrà!", ha detto un monaco con un megafono. Diversi cittadini si stanno unendo alla protesta e diversi portano da mangiare e da bere per i monaci, che da una settimana si sono posti alla testa della protesta pacifica contro la giunta militare che da 45 anni governa col pugno di ferro Myanmar.

I monaci, pur di continuare le loro marce quotidiane, hanno persino sfidato il divieto di tornare in piazza impartito loro dall'organismo al vertice della gerarchia ecclasiastica buddhista controllata dal regime, il comitato del 'Sangha Nayaka', che pretendeva rientrassero tutti nei monasteri ponendo fine alle contestazioni anti-governative.

I religiosi si sono invece riversati nelle vie della vecchia capitale insieme a una torma di sostenitori, sempre più oceanica. Dalla Pagoda d'Oro di Shwedagon, il principale tempio del Paese asiatico, i dimostranti si sono diretti verso il centro di Yangon, sfilando davanti alla sede quasi in rovina della Lnd, la Lega Nazionale per la Democrazia, la maggiore forza di opposizione guidata da Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace 1991, segregata agli arresti domiciliari dal 2003.

Esponenti della Lnd hanno dapprima assistito in silenzio alla manifestazione, limitandosi ad applaudire e a inchinarsi in segno di rispetto mentre i monaci passavano davanti al loro quartier generale, intonando preghiere e canti per la pace; poi però si sono messi anch'essi in cammino.

La marcia ben presto ha preso la direzione dell'ex cittadella universitaria, situata in periferia sulle rive di un lago, non lontano da dove sorge la casa-prigione di Suu Kyi. L'antico campus fu teatro nel '98 di una rivolta studentesca, prima di oggi la maggiore insurrezione mai registrata nella storia nazionale, peraltro fatta ben presto stroncare nel sangue dalla giunta con l'intervento delle 'teste di cuoio'. Di recente, per contro, il regime ha scelto un profilo relativamente basso. In giornata il generale Than Shwe, leader della giunta, ha però convocato una seduta di emergenza dei vertici militari che si terrà a Napydaw, il villaggio 400 chilometri a nord di Yangon trasformato nella nuova capitale.

Il Dalai Lama appoggia i monaci
Il Dalai Lama sostiene la protesta pacifica dei monaci buddhisti in Myammar e chiede alla giunta militare birmana di non reagire. "Sostengo pienamente la loro richiesta di libertà e democrazia in Birmania", si legge in una nota diffusa dall'ufficio parigino del leader tibetano, che vive in esilio a Dharamsala, nell'India settentrionale.

domenica 9 settembre 2007

A proposito del Vaffanculo Day dell’8 settembre

Considerando che Beppe Grillo era, é e resterà, fondamentalmente e profondamente, sempre e comunque, un comico e che la stragrande maggioranza dei nostri politici, di maggioranza o di minoranza, di governo o di opposizione, di sinistra o di destra, é stata, é e sarà composta da macchiette e sagome da avanspettacolo, non sappiamo se ridere o, per dirla alla Massimo Troisi, non ci resta che piangere.
A tre giorni dalla valanga di oscene amenità gridate, strepitate, urlate dai trecentomila becero-coatti, fomentati e aizzati da un capocomico a corto di battute e, semmai ne abbia avuta qualcuna, di idee, e a diverse ore dal profluvio di sesquipedali panzane dei mestieranti dell´oratoria (non osiamo e non ce la sentiamo di definirli politici) oggetto del prosaico scherno della ferale piazza bolognese, spontaneo, devastante, irrefrenabile avvertiamo l´istinto e il bisogno di mandare, educatamente ma recisamente, a quel paese il redivivo Guglielmo Giannini e la riedizione piú arrabbiata, forcaiola e menefreghista del Qualunquismo; non per difendere o giustificare, sia chiaro, una presunta classe dirigente che con il 'vaffa' a sè stesso del ministro Antonio Di Pietro (partecipe all´evento) ha raschiato il fondo del barile, ma solo per dissociarsi dall´ipocrita coro che per interesse politico, calcolo elettorale, conformismo intellettuale e pavidità culturale blandisce un movimento che ha generato il vuoto assoluto di un evento mediatico senza capo nè coda: con parolacce quali parole d´ordine, flati e peti come libertà d´espressione, medi della mano destra o sinistra alzati in luogo dei saluti romani o dei pugni chiusi.
Difficile, insomma, nonostante l´inconsistenza e l´inadeguatezza della pallida ombra di una classe politica degna di tale nome che ci ritroviamo oggi in Italia, scorgere un vantaggio pur minimo e impercettibile nel passare dal modello degli squali della politica al paradigma degli 'Squallor' della cosa pubblica prospettato e ostentato dai cafoni di piazza Grande. Se, in altre parole, Battiato a Beethoven e Sinatra preferiva l´insalata, noi al disfattismo sboccato dei Grillo´s boys preferiamo il riformismo compíto dei Biagi e dei D´Antona; e poi, ai sociologi d´accatto, ai cattivi maestri in servizio permanente effettivo, agli orfani del 68 e ai nostalgici del 77, sempre pronti a delineare un disagio e descrivere una protesta sociale nella speranza che da essa germogli una rivolta che sfoci in una ribellione delle masse che gli restituisca l´illusione della giovinezza e la certezza di nuovi diritti d´autore per una serena pensione, consigliamo di scavare piú a fondo in un fenomeno che é figlio non dell´affermazione dell´essere quanto dell´ostentazione dell´apparire. La piazza bolognese é la stessa di quella modenese che, si fa per dire, si é diligentemente messa in fila, al sole cocente, formalmente e ufficialmente per rendere l´ultimo saluto a Luciano Pavarotti, concretamente per strappare un autografo o una foto col videofonino ai big della musica accorsi per salutare il maestro scomparso.
Perció, al futuro politicante Beppe Grillo, diciamo, chiaro e forte, che vada pure a fan....lo!
(il pungiglione)

9/9/1998 CIAO LUCIO!

martedì 4 settembre 2007

Una “chicca “ sul Festival del Cinema di Venezia.

"Il mio film si espone coraggiosamente alla soggettività dello spettatore,
quindi ognuno vedrà ciò che vuole vedere.Mi affido alla generosità di chi
guarda.L'attitudine a spiegare ogni cosa è limitante.E' il film che guarda
lo spettatore.Dal mio punto di vista però il cunnilingus rappresenta la ricerca
dell'origine, così come la masturbazione una ricerca anarchica, politica esistenziale di fronte all'autorità del potere dell'arte"
Paolo Franchi
regista del del film "Nessuna qualità agli eroi".

Sono deliri intellettualistici, oppure primi sintomi
di pazzia conclamata ?
Questi sono coloro che dovrebbero fare grande il cinema italiano?

Allora W Fantozzi, W Alvaro Vitali!

lunedì 20 agosto 2007

Che Guevara sempre più logo del capitalismo.Molti fans ignorano i misfatti del guerrigliero.



Dopo aver fatto tanto (o poco?) per distruggere il capitalismo,
Che guevara è diventato un marchio che è la quinta essenza del
capitalismo stesso.Tazze,berretti,accendini,portachiavi,bandiere,
bandane,etc. tutte che raffigurano l'immagine di "Ernesto".
Le trasformazioni del "Che" in un marchio capitalista,non è nuova
ma ha conosciuto un revival puittosto significativo,essendo giunto
anni dopo il "collasso politico- ideologico" di tutto ciò che Guevara
ha rappresentato.E' normale che i fedeli di un culto non conoscano la
verità storica del loro eroe? Non sorprende che gli attuali ammiratori
postcomunisti si autoingannino con esclusione degli argentini che
affermano:"Ho una maglietta del Che e non so perchè".
Pensiamo a chi ha usato il volto del Che come icona di giustizia,
di ribellione agli abusi di potere.
Cablogrammi segreti inviati dall'ambasciata americana dell'Avana
al Dipartimento di Stato parlano di oltre 500 vittime , (c'è chi dice 700)
esecuzioni delle quali questo "eroe" si rese responsabile.
Il grande musicista Jazz Paquito D'Rivera criticò un'altro grande,
Carlos Santana,che si presentò agli Oscar della musica con la maglietta
raffigurante il Che, dicendo: "uno dei cubani uccisi fu mio cugino Bebo,
rinchiuso in carcere perchè cristiano.Dalla sua cella all'alba sentiva
le urla dei tanti condannati a morte senza processo, che morivano al
grido di "Lunga vita a Cristo Re!".

martedì 14 agosto 2007

LA MADONNA DEI SETTE VELI (ICONAVETERE)


IL 15 agosto i foggiani venerano la Madonna dei 7 Veli.
E' la protettrice della mia città.
Abbiamo, in questo particolare momento, a Foggia il bisogno che qualcuno
dal cielo ci protegga e ci illumini.
Che l'Iconavetere rappresenti per tutti noi un punto di riferimento
che ci conduca, ci indirizzi sempre verso il bene.

domenica 12 agosto 2007

Filippo Corridoni un eroe dimenticato.(perchè fascista?)

Nato a Pausula (oggi Corridonia), in provincia di Macerata, il 19 agosto 1887; caduto in combattimento sul Carso, alla “Trincea delle Frasche”, il 23 ottobre 1915.
Nella prima giovinezza è mazziniano. Uscito dalla scuola industriale superiore di fermo, trasferitosi a Milano nel 1905, è impiegato disegnatore presso la ditta Miani-Silvestri.
Si getta subito nella lotta sociale, militando nelle schiere del Sindacalismo Rivoluzionario.
Fa sua la formula: “L’emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi”. G.Sorel, E.Leone, G.Hervé sono i suoi autori.
Egli pensa che il sindacalismo operaio possa creare uno stato nello stato e, successivamente, procedere alla conquista del potere.
Austero, incurante di pericoli e di privazioni, sa infondere nella folla il fascino dei suoi ideali. Sostiene con stoica fermezza una lunga serie di battaglie e persecuzioni, nonché, per qualche tempo, l’esilio.
A partire dal 1907 conduce un’aspra lotta contro la Confederazione generale del lavoro, dando prova di grande ardimento in mezzo a scioperi ed agitazioni.
Nel 1908 è con Alceste De Ambris a Parma per guidare quello che “sarebbe stato ricordato come il più lungo, drammatico e imponente sciopero generale agrario del sindacalismo rivoluzionario italiano”.
In mezzo a dure esperienze in Italia e all’estero, le sue concezioni sindacaliste si allargano e si modificano. Propagandista e volontarista, insieme con la rivolta delle masse operaie, Corridoni predica la rivolta della borghesia per l’avvento di d’una classe dirigente più consapevole ed atta ad affrontare una lotta decisiva.
Allo scoppiare della guerra dichiara di trovarsi di fronte all’immaturità proletaria e a moltissimi problemi da risolvere in comune con le altre classi sociali.
Fa generosa ammenda di tutte le ubbie internazionali cui aveva fino allora creduto e, richiamando le moltitudini all’idea di patria e di dovere nazionale, si schiera a fianco di Benito Mussolini per l’intervento.
Benché inabile alle fatiche di guerra riesce a farsi inviare, volontario, al fronte.
Nella vittoria, vede la premessa necessaria allo sviluppo ed alla grandezza della nazione.
Destinato al 32° reggimento fanteria operante sul Carso vi giunge il 26 luglio 1915, ma poiché il reggimento si trova in quei giorni a riposo nelle retrovie, Corridoni, anelante di cimentarsi contro il nemico, vuole immediatamente raggiungere la linea di combattimento e si reca in trincea presso il 142° reggimento.
Spesso, dopo difficili missioni, torna nelle linee italiane provato dalle fatiche e dai disagi, ma sempre ripete la sua frase abituale: “Dobbiamo assolutamente vincere ad ogni costo. Il nemico deve essere schiacciato”.
Nella fatale e gloriosa giornata del 23 ottobre, all’assalto della Trincea delle Frasche, Filippo Corridoni, in testa alla sua compagnia, anima i compagni che muovono lungo la collina verso le munite trincee austriache e canta gli inni della patria.
Al segnale d’attacco egli è fra i primi a saltare fuori dalla trincea di partenza ed è sempre tra i primi a giungere sulla trincea avversaria ove, in piedi, agita il berretto gridando “Vittoria! Viva l’Italia!”.
Qui cade colpito a morte.
Viene decorato con medaglia d’argento, trasformata poi in medaglia d’oro con la seguente motivazione:
Corridoni Filippo, soldato del 32° reggimento fanteria, soldato volontario e patriota instancabile, col braccio e con la parola, tutto se stesso diede alla Patrio con entusiasmo indomabile.
Fervente interventista per la grande guerra, anelante della vittoria, seppe diffondere la sua tenace fede fra tutti i compagni, sempre di esempio per coraggio e valore.
In testa alla propria compagnia, al canto di inni patriottici, muoveva fra i primi, e con sereno ardimento, all’attacco di difficilissima posizione, e tra i primi l’occupava.
Ritto con suprema audacia sulla conquistata trincea al grido di “Vittoria! Viva l’Italia! Incitava i camerati, che lo seguivano, a raggiungere la mèta, finchè cadeva fulminato da piombo nemico.

lunedì 16 luglio 2007

Velocità futurista e simultaneità

Quando la chirurgia meccanica e la chimica biologica avranno prodotto un
tipo standardizzato di uomo macchina resistente,illogorabile e quasi eterno,
i problemi della velocità saranno meno assillanti di oggi.
La durata attuale della nostra esistenza è spaventosamente breve in confronto
alle possibilità intellettuali che si sviluppano proporzionalmente alla
esperienza vissuta e sono subito troncate dalla vecchiaia e dalla morte.
Uno dei mezzi con le quali l'uomo tenta di prolungare la propria esistenza
è la velocità. La relativa rapidità raggiunta dalle comunicazioni e dai
trasporti moderni ha già raddoppiato o triplicato la nostra razione di vita.
...le conquiste della velocità troveranno un limite nella resistenza del
nostro organismo e nelle possibilità dei materiali di costruzione...
...l'esasperante lentezza cui siamo tuttora condannati malgrado l'apparente
conquista della velocità (cosi grottescamente deprecata dai passatisti)ed
il desiderio di prolungare le nostre esistenze vivendo sempre più intensamente,
ci portano a dare ilmassimo sviluppo alla simultaneità.
Questa facoltà raggiunge infatti paraticamente gli stessi risultati della velocità.... (Fedele Azari 1927)

giovedì 28 giugno 2007

Insegna a tuo figlio

Insegna a tuo figlio ad evitare la corsia preferenziale
di questa societa' neoliberista che cerca di inculcarci
che essere consumatori è piu' importante che essere cittadino,
che incensa chi dilapida fortune, che esalta piu' l'estetica
che l'etica. Convincilo che la felicita' non è il
risultato della somma di piaceri, e che la vita spirituale
è un tesoro che si custodisce nel profondo del cuore - chi
riesce ad aprirlo godra' di allegrie indescrivibili .
Insegna a tuo figlio che non deve per forza essere
d'accordo con il disordine stabilito e che sara'
felice se si unira' a coloro che lottano per trasformazioni
sociali che rendono questo paese libero e giusto.
Trasmettera' allora a tuo nipote l'eredita' della tua
saggezza.

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