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domenica 21 luglio 2024

Una data tragica per Foggia: 22 luglio 1943.

di Salvatore Valerio


C'è una fitta bibliografia a riguardo, ma  ricordare ciò che avvenne ci sembra doveroso.

Doveroso sempre onorare il ricordo di tanti civili, nostri concittadini che persero la vita in quei tragici giorni del 1943.  

 

Nei giorni precedenti , le incursioni aeree non furono che un piccolo

assaggio di ciò che accadde il 22 luglio di 81 anni fa.

Uno dei luoghi simbolo del disastro o per meglio dire "della morte che venne dal cielo" è senza dubbio la Stazione Ferroviaria di Foggia, allora importante snodo per il trasporto di uomini e mezzi .

Quella mattina era particolarmente affollata, vi erano anche tanti richiamati al servizio militare provenienti dalla provincia e diretti al Distretto Militare.

L'orologio segnava le 9,43 quando iniziarono a cadere le prime bombe sganciate dai 71 bombardieri americani . La scelta di trovare una possibilità di scampo nei sottopassaggi della stazione, fu atrocemente fatale.

Prima crollarono le uscite a causa di due bombe e successivamente, a poca distanza, un vagone che trasportava una cisterna di  benzina venne colpito da una scheggia. Il carburante fuoriuscito prese fuoco e si infilò,  riversandosi nei varchi formatesi, nel sottopassaggio che era gremito di persone già in preda al panico in quanto intrappolato e senza una via di uscita. 

Ecco compiuta l'ecatombe!  

Non si conobbe mai il numero esatto dei morti: 300-400 fu la stima approssimativa tenendo presente anche le vittime per il crollo della struttura.

Si ricordano azioni eroiche compiute da   ferrovieri che consentirono di ridurre il numero dei morti.

Foggia subì 14 incursioni aeree che causarono lutti e distruzioni; si protrassero sino a settembre del '43, anche dopo la data dell'otto settembre.

Interessante ciò che evidenziò MICHELE SFORZA in "La città sotto il fuoco della guerra" Edizioni U.Allemandi -Torino 1998 :

Ufficialmente i morti furono 20.298. Sicuramente mai 
si conoscerà la cifra reale, forse sono tanti, forse no. Sta di 
fatto che la storia di Foggia, medaglia d’oro al valor civile
 nel 1959 e medaglia d’oro al valor militare nel 2007, 
venne sistematicamente ignorata 
dalle autorità(57) e dagli organi di informazione 
del periodo. Inoltre non vi è mai stato un consenso 
unanime da parte degli storici
 sul reale numero delle vittime.
 Rimane comunque il fatto che la città fu tra le più 
colpite in assoluto da armi convenzionali.

venerdì 3 novembre 2023

Leonardo Manzi, foggiano martire triestino.

di Salvatore Valerio.

 

Trieste 5-6 novembre 1953.

Sei giovani italiani persero la vita , uccisi dalla polizia britannica.

Si voleva impedire che si manifestasse per la restituzione all'Italia di Trieste e delle terre irridente affermando l'orgoglio di essere italiani.

Oltre al "nostro" Leonardo MANZI perirono sotto il cielo di Trieste:

Pietro ADDOBATI

Emilio BASSA

Saverio MONTANO

Francesco PAGLIA

Antonio ZAVADIL

ONORE ETERNO AI MARTIRI TRIESTINI! 



Nel 2004 verrà loro concessa la Medaglia d'Oro al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 

                                                                     -.-.-.-.-.-.

"Tanti sono i ricordi che ho di Nardino, è così che lo chiamavamo in famiglia, l'ottavo di noi dieci fratelli... Ma l'ultimo ricordo , il più profondo, il più triste, quello che mi accompagna da 50 anni, è il momento della sua morte. In quel letto di ospedale, dopo che gli avevano sparato, pregava nostra madre di andare via dal suo capezzale, lui sapeva chiaramente che doveva morire, lo sentiva e non voleva far vivere quel momento crudele alla persona che più amava. In un attimo le sue suppliche le rivolse a me: -"Clara porta via nostra madre!"- Tra i singhiozzi lo baciai e mi allontanai tra le braccia. Un urlo straziante, -"Mamma viva l'Italia!"- ,  le sue ultime parole ... 

Clara Manzi (sorella di Leonardo) novembre 2003

                                                              -.-.-.-.-.-.-

Nell'era in cui la  "Cancel Culture" ( la cultura della cancellazione) è entrata in servizio permanente effettivo e il termine "sovranismo" diventata una brutta parola,  tanto da essere considerata per l'Intellighenzia  sinonimo di becero populismo, ricordare o celebrare atti di eroismo legati all'amor di Patria, può sembrare fuori luogo, antiquato. Si dovrebbe ritenere invece   un dovere per tutta la cittadinanza di Foggia e di tutta la Nazione  ricordare quegli eventi che crearono una vasta partecipazione di popolo. Ricordare che  questo giovane foggiano  insieme ad altri è morto, nel fiore degli anni, per un ideale di Patria che oggi non è del tutto  tramontato nonostante la  Globalizzazione che tende ad appiattire le culture cancellando le radici di un popolo.


Trasformare il paradigma brechtiano "Beato un popolo che non ha bisogno di eroi" 

in 

"BEATO IL POPOLO CHE ONORA GLI EROI".




                  Foggia: foto d'archivio inaugurazione sede MSI intitolata a L.Manzi.

                  


Appunti di storia ( a cura della Associazione Lega Nazionale Trieste).  

La popolazione triestina insorge contro l'esercito di occupazione anglo-americano.

Due giorni prima, 3 Novembre, gli americani avevano rimosso il tricolore che i triestini avevano innalzato sul Municipio, per commemorare l'arrivo dei Bersaglieri italiani nel 1918, e che il sindaco Bartoli si era rifiutato di rimuovere nonostante l'ordine del governo militare alleato. Si erano formati cortei di protesta in città, dispersi dalla polizia civile alleata, ma che ripresero il giorno successivo, 4 Novembre, in occasione della commemorazione della Vittoria al Sacrario di Redipuglia cui la cittadinanza partecipò in massa. Gli scontri tra gli italiani e la polizia alleata si verificarono in diversi punti della città.

Il 5 Novembre, alla riapertura delle scuole, i coraggiosi studenti di Trieste entrarono in sciopero e, formato un corteo, si diressero verso Piazza Sant'Antonio, dove si scontrarono con la polizia militare inglese che, in assetto antisommossa, disperderà il corteo manganellando e mettendo in fuga i ragazzi che, in parte, troveranno rifugio nella Chiesa di Sant'Antonio.

Gli scontri proseguirono nel pomeriggio e la tensione esplose fino alla tragedia: la polizia, al comando di ufficiali inglesi, aprì il fuoco ad altezza d'uomo ed uccise due persone. La popolazione reagì dando l'assalto alle sedi anglo-americane ed incendiando gli automezzi della polizia. Il 6 Novembre gli incidenti proseguirono ed una grande folla si radunò in Piazza Unità per dare l'assalto alla prefettura, dopo aver innalzato il tricolore sul Comune e sul palazzo del Lloyd Triestino. Intervennero truppe inglesi in assetto da guerra, mentre gli americani si barricarono nelle caserme da loro occupate. La manifestazione italiana venne repressa nel sangue, con gli inglesi che spararono di nuovo ad altezza d'uomo uccidendo altre 4 persone. Al termine degli scontri si conteranno 6 caduti (più lo studente ventenne Stelio Orciuolo che morirà un anno dopo per i postumi di una manganellata), 153 feriti (di cui 82 da arma da fuoco) e decine di arresti e condanne.

L'Italia intera fu in lutto, cortei e manifestazioni si susseguirono in tutte le città e il governo italiano inviò una nota di protesta ai governi inglese e americano. Il Governo Americano si dissociò dalle tragiche e vigliacche azioni della polizia inglese.

domenica 16 agosto 2020

18 agosto 1946.La strage di Vergarola. Tra dimenticanza ed oblìo.







18 agosto 1946. Una assolata Domenica.

A VERGAROLA (la spiaggia di Pola) c'erano migliaia di persone. 

Intere famiglie,bambini, ragazzi, spettatori attratti da una importante gara di nuoto. 

L'orologio segna le 14 e 15. E' il momento in cui esplodono degli ordigni antisiluro che erano stati

disinnescati da tempo dagli angloamericani. I bimbi ci giocavano e le mamme ci mettevano ad 

asciugare costumi. 

L'esplosione fu terribile! Perirono 65 persone tra i quali molti bambini, decine di corpi  non 

furono mai  ritrovati disintegrati per la violenta deflagrazione.

Questa si può ritenere la prima strage terrorista della Repubblica avvenuta in tempo di pace.

Si può senz'altro affermare che questa azione efferata fu coperta con ciò che qualche storico coniò 

come"congiura del silenzio".

Il dottor Geppino Micheletti si distinse con il suo intervento sui feriti che durò per due giorni 

senza sosta,nonostante avesse perso i figli Carlo e Renzo di 9 e 6 anni.  

Gli archivi di Belgrado,Londra,Washington ,Zagabria hanno da sempre avvalorato la pista jugoslava

del dittatore comunista  Maresciallo Tito che si servì  del l'OZNA (la polizia politica jugloslava di 

allora). Qualcuno di loro riattivò queste bombe.

Erano giornate cruciali per Pola. Il giorno precedente si chiudeva la sessione plenaria della 

conferenza di pace di Parigi in cui si decidevano i confini adriatici d'Italia.

I giochi non si erano chiusi e albergava nei polesi un sentimento di speranza per potersi sentire  

ancora italiani.

Purtroppo questa strage segnò l'inizio dell'ESODO e la fine di Pola.

Per gli osservatori politici dell'epoca segnò anche l'inizio della guerra fredda e dello stragismo 

italiano. 

Un paradosso italiano fu la vergognosa onorificenza di CAVALIERE DI GRAN CROCE AL 

MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA assegnato il due ottobre 1969 al boia  comunista Tito.


Ci piacerebbe che da parte dell'attuale Presidente Mattarella ci fosse  una presa di posizione atta a ricordare una triste  pagina di storia , da troppo tempo dimenticata ,per onorare degnamente la memoria di tanti innocenti che persero la  vita. 

In nessun libro scolastico si trova ancora menzionata questa carneficina.  


                                        Salvatore Valerio

             Componente dell'Assemblea Nazionale di Fratelli d'Italia 

                              



 



 


 




   

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