venerdì 3 novembre 2023

Leonardo Manzi, foggiano martire triestino.

di Salvatore Valerio.

 

Trieste 5-6 novembre 1953.

Sei giovani italiani persero la vita , uccisi dalla polizia britannica.

Si voleva impedire che si manifestasse per la restituzione all'Italia di Trieste e delle terre irridente affermando l'orgoglio di essere italiani.

Oltre al "nostro" Leonardo MANZI perirono sotto il cielo di Trieste:

Pietro ADDOBATI

Emilio BASSA

Saverio MONTANO

Francesco PAGLIA

Antonio ZAVADIL

ONORE ETERNO AI MARTIRI TRIESTINI! 



Nel 2004 verrà loro concessa la Medaglia d'Oro al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 

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"Tanti sono i ricordi che ho di Nardino, è così che lo chiamavamo in famiglia, l'ottavo di noi dieci fratelli... Ma l'ultimo ricordo , il più profondo, il più triste, quello che mi accompagna da 50 anni, è il momento della sua morte. In quel letto di ospedale, dopo che gli avevano sparato, pregava nostra madre di andare via dal suo capezzale, lui sapeva chiaramente che doveva morire, lo sentiva e non voleva far vivere quel momento crudele alla persona che più amava. In un attimo le sue suppliche le rivolse a me: -"Clara porta via nostra madre!"- Tra i singhiozzi lo baciai e mi allontanai tra le braccia. Un urlo straziante, -"Mamma viva l'Italia!"- ,  le sue ultime parole ... 

Clara Manzi (sorella di Leonardo) novembre 2003

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Nell'era in cui la  "Cancel Culture" ( la cultura della cancellazione) è entrata in servizio permanente effettivo e il termine "sovranismo" diventata una brutta parola,  tanto da essere considerata per l'Intellighenzia  sinonimo di becero populismo, ricordare o celebrare atti di eroismo legati all'amor di Patria, può sembrare fuori luogo, antiquato. Si dovrebbe ritenere invece   un dovere per tutta la cittadinanza di Foggia e di tutta la Nazione  ricordare quegli eventi che crearono una vasta partecipazione di popolo. Ricordare che  questo giovane foggiano  insieme ad altri è morto, nel fiore degli anni, per un ideale di Patria che oggi non è del tutto  tramontato nonostante la  Globalizzazione che tende ad appiattire le culture cancellando le radici di un popolo.


Trasformare il paradigma brechtiano "Beato un popolo che non ha bisogno di eroi" 

in 

"BEATO IL POPOLO CHE ONORA GLI EROI".




                  Foggia: foto d'archivio inaugurazione sede MSI intitolata a L.Manzi.

                  


Appunti di storia ( a cura della Associazione Lega Nazionale Trieste).  

La popolazione triestina insorge contro l'esercito di occupazione anglo-americano.

Due giorni prima, 3 Novembre, gli americani avevano rimosso il tricolore che i triestini avevano innalzato sul Municipio, per commemorare l'arrivo dei Bersaglieri italiani nel 1918, e che il sindaco Bartoli si era rifiutato di rimuovere nonostante l'ordine del governo militare alleato. Si erano formati cortei di protesta in città, dispersi dalla polizia civile alleata, ma che ripresero il giorno successivo, 4 Novembre, in occasione della commemorazione della Vittoria al Sacrario di Redipuglia cui la cittadinanza partecipò in massa. Gli scontri tra gli italiani e la polizia alleata si verificarono in diversi punti della città.

Il 5 Novembre, alla riapertura delle scuole, i coraggiosi studenti di Trieste entrarono in sciopero e, formato un corteo, si diressero verso Piazza Sant'Antonio, dove si scontrarono con la polizia militare inglese che, in assetto antisommossa, disperderà il corteo manganellando e mettendo in fuga i ragazzi che, in parte, troveranno rifugio nella Chiesa di Sant'Antonio.

Gli scontri proseguirono nel pomeriggio e la tensione esplose fino alla tragedia: la polizia, al comando di ufficiali inglesi, aprì il fuoco ad altezza d'uomo ed uccise due persone. La popolazione reagì dando l'assalto alle sedi anglo-americane ed incendiando gli automezzi della polizia. Il 6 Novembre gli incidenti proseguirono ed una grande folla si radunò in Piazza Unità per dare l'assalto alla prefettura, dopo aver innalzato il tricolore sul Comune e sul palazzo del Lloyd Triestino. Intervennero truppe inglesi in assetto da guerra, mentre gli americani si barricarono nelle caserme da loro occupate. La manifestazione italiana venne repressa nel sangue, con gli inglesi che spararono di nuovo ad altezza d'uomo uccidendo altre 4 persone. Al termine degli scontri si conteranno 6 caduti (più lo studente ventenne Stelio Orciuolo che morirà un anno dopo per i postumi di una manganellata), 153 feriti (di cui 82 da arma da fuoco) e decine di arresti e condanne.

L'Italia intera fu in lutto, cortei e manifestazioni si susseguirono in tutte le città e il governo italiano inviò una nota di protesta ai governi inglese e americano. Il Governo Americano si dissociò dalle tragiche e vigliacche azioni della polizia inglese.

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