giovedì 29 maggio 2008

domenica 25 maggio 2008

Foggia, 28 maggio 1943.Inizia l'inferno.

Grazie all’attività svolta dai propri ricognitori, e alle informazioni ricevute da diverse spie presenti a Foggia, gli alleati poterono avere in poco tempo un quadro preciso e dettagliato di tutte le installazioni civili e militari che si trovavano sul territorio della città. Si trattava d’informazioni molto dettagliate, dove addirittura erano indicate anche le singole abitazioni d’ufficiali italiani e tedeschi, di particolari sui velivoli presenti sugli aeroporti, o sulle esatte dimensioni delle strutture ferroviarie e industriali presenti a Foggia. Si trattava di un lavoro certosino, che purtroppo avrebbe dato i suoi tragici frutti nei mesi seguenti. A parte due sporadici episodi verificatisi il 13 febbraio ed il 13 marzo 1943, quando alcuni velivoli nemici avevano sganciato a casaccio alcune bombe in località Lucera-San Severo e Celenza Valfortore, nulla lasciava presagire quanto stava sarebbe tragicamente avvenuto nei mesi successivi. Alle ore 11,45 di venerdì 28 maggio una formazione di 18 B 24 Liberator della 12^Army Air Force, decollati dalla base libica di Lete, effettuò il primo bombardamento dell’aeroporto Gino Lisa, distruggendo al suolo diversi velivoli tedeschi e provocando la morte di una cinquantina di militari italiani e tedeschi, e il ferimento di un altro centinaio di militari. La stessa formazione portatasi presso S.Agata di Puglia sganciò un centinaio di spezzoni incendiari sulle campagne circostanti, senza provocare morti o feriti, portatisi in seguito sull’azienda agricola di Mezzana Grande, in territorio di Lucera, dove esisteva un campo di concentramento per prigionieri di guerra inglesi, sudafricani e neozelandesi, i Liberator sganciarono 42 bombe sui prigionieri, colpendo anche alcune case coloniche e diversi contadini impegnati nella raccolta del fieno. Le vittime di queste prime tragiche incursioni furono circa trecento, 48 ore dopo questo primo attacco, una formazione di 51 Liberator bombardò nuovamente l’aeroporto Gino Lisa. Nel corso di questa incursione, effettuata alle ore 12,54 di domenica 30 maggio, i bombardieri americani decollati dalle basi di Lete (Libia), e di Helen Field (Algeria), distrussero al suolo alcuni velivoli tedeschi provocando contemporaneamente la morte di 10 militari tedeschi. Fino a quel momento nessuna bomba era fortunatamente caduta sull’abitato di Foggia, ma questa situazione era destinata a cambiare nel giro di poche ore. Nella tarda mattinata del giorno successivo una formazione di 125 B 17 F della 12^ Army Air Force , decollati dalla base algerina di Chateaudon-du-Rhumel, i velivoli americani, giunti in tre ondate, effettuarono un bombardamento di 45 minuti sull’aeroporto Gino Lisa e sullo scalo ferroviario di Foggia. A partire dalle ore 12,45 le Fortezze Volanti sganciarono centinaia di bombe da 500 libre (227 Kg.) sui due obbiettivi. L’aeroporto Gino Lisa venne pesantemente danneggiato e diversi velivoli tedeschi furono distrutti al suolo, anche gli impianti ferroviari della stazione di Foggia furono pesantemente danneggiati, vennero colpite alcune officine e distrutti il magazzino Piccola Velocità, il deposito bagagli, la biglietteria e la sala d’aspetto. Alcune bombe caddero in Via Monfalcone e Via Fiume, nonostante la pronta reazione delle difese antiaeree, che abbatterono quattro bombardieri americani, a causa del bombardamento si lamentarono 59 morti fra italiani e tedeschi e 81 feriti. Nei giorni seguenti alcuni velivoli americani e inglesi effettuarono diverse missioni di ricognizione per verificare i danni prodotti dal bombardamento, nel corso di queste missioni vennero analizzati anche i bersagli di futuri bombardamenti.

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