18 agosto 1946. Una assolata Domenica.
A VERGAROLA (la spiaggia di Pola) c'erano migliaia di persone.
Intere famiglie,bambini, ragazzi, spettatori attratti da una importante gara di nuoto.
L'orologio segna le 14 e 15. E' il momento in cui esplodono degli ordigni antisiluro che erano stati
disinnescati da tempo dagli angloamericani. I bimbi ci giocavano e le mamme ci mettevano ad
asciugare i costumi.
L'esplosione fu terribile! Perirono 65 persone tra i quali molti bambini, decine di corpi non
furono mai ritrovati disintegrati per la violenta deflagrazione.
Questa si può ritenere la prima strage terrorista della Repubblica avvenuta in tempo di pace.
Si può senz'altro affermare che questa azione efferata fu coperta con ciò che qualche storico coniò
come"congiura del silenzio".
Il dottor Geppino Micheletti si distinse con il suo intervento sui feriti che durò per due giorni
senza sosta,nonostante avesse perso i figli Carlo e Renzo di 9 e 6 anni.
Gli archivi di Belgrado,Londra,Washington ,Zagabria hanno da sempre avvalorato la pista jugoslava
del dittatore comunista Maresciallo Tito che si servì del l'OZNA (la polizia politica jugloslava di
allora). Qualcuno di loro riattivò queste bombe.
Erano giornate cruciali per Pola. Il giorno precedente si chiudeva la sessione plenaria della
conferenza di pace di Parigi in cui si decidevano i confini adriatici d'Italia.
I giochi non si erano chiusi e albergava nei polesi un sentimento di speranza per potersi sentire
ancora italiani.
Purtroppo questa strage segnò l'inizio dell'ESODO e la fine di Pola.
Per gli osservatori politici dell'epoca segnò anche l'inizio della guerra fredda e dello stragismo
italiano.
Un paradosso italiano fu la vergognosa onorificenza di CAVALIERE DI GRAN CROCE AL
MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA assegnato il due ottobre 1969 al boia comunista Tito.
Ci piacerebbe che da parte dell'attuale Presidente Mattarella ci fosse una presa di posizione atta a ricordare una triste pagina di storia , da troppo tempo dimenticata ,per onorare degnamente la memoria di tanti innocenti che persero la vita.
In nessun libro scolastico si trova ancora menzionata questa carneficina.
Salvatore Valerio
Componente dell'Assemblea Nazionale di Fratelli d'Italia
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