Diciamola tutta , in queste settimane ci siamo inventati ogni cosa che potesse impegnare il nostro tempo, dalla rilettura dei nostri libri preferiti,ad un certo "attivismo" sui social sino ai tentativi di fare il pane in casa e della grande importanza del lievito madre.
Ma una delle vere sorprese della quarantena è stata, mentre si riordinavano cassetti e librerie, trovare dei documenti che avevi dimenticato di avere. Quelle cose che si conservano così bene , tanto da dimenticarne l'esistenza.
Un ringraziamento all'amico Marco Scarpiello per la foto.
Quelle cose di famiglia conservate e che risultano importanti per un ricordo non solo delle persone care che da tempo non ci sono più, ma che attraverso il loro operato hanno rappresentato anche uno spaccato di vita caratterizzante la storia della città dove hanno vissuto .
Fatto questo preambolo, non posso che ringraziare l'amico Geppe Inserra,sempre attento e lucido nella elencazione della storia di Foggia nelle sue "Lettere Meridiane", che in un pezzo dello scorso 6 marzo evidenziava un aspetto legato alla problematica abitativa (peraltro ancora evidente nella nostra città) in particolare dei ferrovieri nella prima decade del '900 . Tale problematica abitativa grazie anche agli esosi affitti richiesti ,spinse gli stessi a pensare ad un esodo verso altre zone dove la pigione era più conforme alla possibilità economica di questi lavoratori, in particolare Lucera.
Per farvela breve ci fu la richiesta dei lavoratori alla Direzione delle Ferrovie dello Stato, in cui si sollecitava la costruzione di case per i ferrovieri. Il tutto fu approvato e andò subito in appalto.
A chi fu appaltato ? Alla impresa dell'Ingegner Eugenio David che affidò la direzione dei lavori a mio nonno Salvatore che come evidenziato dal documento in mio possesso datato 4 maggio 1914...
" Nello espletamento dell'incarico affidatogli il Sig.Valerio ha diligentemente disimpegnato il suo dovere da persona d'arte ed intelligente" .
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