giovedì 19 novembre 2009

L'acqua bene inalienabile e non merce.


Andrea Ronchi, ministro per le politiche comunitarie, è tornato a difendere il provvedimento che porta il suo nome . «L’acqua è un bene pubblico indispensabile ha detto e il decreto non ne prevede la privatizzazione. Si vogliono invece combattere monopoli e inefficienze con l’obiettivo di garantire ai cittadini una qualità migliore e prezzi minori». Ronchi ha sottolineato che quella dei servizi pubblici locali è «una riforma che aspetta da 20 anni. Sono state dette ha concluso molte sciocchezze a fini politici». Anche i ministri Brunetta e Meloni sono scesi in campo per difendere il provvedimento.
Ma il nodo è proprio questo. La riforma porterà risparmi o produrrà un aumento delle tariffe?
Tutte le nuove gestioni di servizi pubblici dovranno essere affidate a gara. La legge prevede alcune eccezioni, ma non per l’acqua. Le gestioni già affidate “in house” (cioè a società controllate dall’amministrazione che assegna l’appalto) potranno proseguire dopo il 2010 solo se i privati acquisiranno il 40% del capitale. Per le società quotate il termine slitta al 2013 ma la quota pubblica cala al 30% entro il 2015. I soci privati vanno selezionati con gare.

Ebbi a scrivere qualche settimana fa a proposito dell'acqua:

"L ’acqua, bene indispensabile ed inalienabile, dono inestimabile del Creatore per tutta l’umanità, da cui dipende insostituibilmente la vita di tutti gli esseri viventi, non può essere trattata come una merce.
In economia, dicono gli studiosi,un bene pubblico è impossibile produrlo per trarne profitti privati. In parole povere l'acqua essendo un bene di tutti ,paradossalmente
non dovrebbe costare nulla."
Inoltre c'è da aggiungere che , il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilita’ pubblica. Obbligare la privatizzazione del servizio idrico, pertanto, vuol dire intraprendere la strada sbagliata. La maggior parte delle esperienze di priva-tizzazione di questo servizio, infatti, non hanno portato al miglioramento della qualita’ della risorsa, ne’ alla diminuzione dei consumi e dei costi per i cittadini.
Salvatore Valerio

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