lunedì 10 agosto 2009

La tangentopoli rossa della sanità in Puglia vede Vendola implicato.


Ci sono i nomi dei massimi vertici della sanità pugliese nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. E quelli di alcuni imprenditori che avrebbero goduto del sistema in uso in Italia dal dopoguerra e della cui sedicente fine si era illuso ricevendo il premio dal popolo il signor Di Pietro. Per quest’ultimo, la cosa più importante era distruggere Craxi ed in seguito Berlusconi. Oltre alla manager della Asl di Bari, nel registro degli indagati è stato iscritto anche l’attuale direttore dell’Asl di Foggia (nominato a novembre) e prima di allora direttore amministrativo della Asl di Taranto. Ma nel fascicolo giudiziario emergono nomi di imprenditori “del settore sanità” appartenenti al partito dell’assessore socialista Tedesco (ora premiato - o fatto premiare - da Emiliano sindaco assente riconfermato a Bari).
L’elenco degli indagati sarà molto più lungo tanto da far tremare tutto il Pd partito moralista nazionale (la solita farsa comunista). Comprende altri dirigenti delle Asl pugliesi, oltre ovviamente all´ex assessore regionale alla Sanità, senatore compagno Alberto Tedesco.
Tutti si dicono sereni, tutti continuano a lavorare e a riscuotere stipendi favolosi. Tutti giurano di essere estranei ai fatti, tutti hanno fiducia nella magistratura, insomma nessuno sa niente tutta un invenzione, uno sbaglio (?).
Altri più sfacciati dichiarano: non ho ricevuto nulla (riferendosi ad avvisi di garanzia, richiesta di arresti e quant’altro) (?). Però i loro avvocati vanno in procura e si preoccupano dei loro assistiti che oltre a non sapere nulla non hanno ricevuto nulla (?).
“Il fascicolo” invece sembra contare oltre quindici indagati (per il momento) che, nelle prossime settimana, dovranno ricevere avviso di comparizione.
Si dice che i carabinieri stanno esaminando numerosi dati raccolti da oltre un anno, si dice stiano rileggendo le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno fatto ingigantire l´inchiesta, portando nel registro degli indagati l’ex compagno assessore e di uno dei suoi collaboratori. L’indagine non si occupa solo del business degli appalti pilotati, ma anche ai rimborsi delle cliniche private. Gli occhi degli investigatori e dei politici all’opposizione su centri di riabilitazione diventati in poco tempo i principali punti di riferimento per i pazienti. Ripetiamo, gli imprenditori sono persone vicino all’assessore di Vendola, amici prima della nascita del Partito Democratico.
Poi la clinica che ha aumentato il volume di affari, grazie ai rimborsi arrivati dalla sanità pugliese. In cambio gli imprenditori avrebbero garantito al compagno Tedesco un appoggio elettorale. Ci sono i nomi dei massimi vertici della sanità pugliese nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. E quelli di alcuni imprenditori che avrebbe beneficiato di un sistema, basato su un presunto scambio di favori. Oltre a Lea Cosentino, manager della Asl di Bari, nel registro degli indagati è stato iscritto Ruggero Castrignanò, attuale direttore dell´Asl di Foggia (è stato nominato a novembre) e prima di allora direttore amministrativo della Asl di Taranto.
La sanità pubblica è sempre stata la gallina dalle uova d’oro e i protagonisti delle vicende vittime. La sanità pugliese è disastrata e le colpe vanno ricercate nell’attuale governo regionale caro Vendola altro che estraneo, al massimo “pessimo controllore”. L’immagine della giunta Vendola inizia già per tutti ad essere quella che abbiamo sempre denunciato nei nostri articoli. Le possibilità di successo alle regionali oramai alle porte, sembrano ridursi ogni giorno di più, tanto da far parlare anche Di Pietro sulla indistinguibilità tra destra e sinistra in tema di corruzione. In Puglia non c’è un solo politico locale indagato. Nessuno. Almeno finora,
eccezion fatta per il compagno assessore ora senatore (Pd), costretto alle dimissioni dal presidente della Regione Vendola due mesi prima della notifica del primo avviso di garanzia. Un assessore che mostrò sin dai primi giorni d’incarico il suo volere, confermando il piano di tagli alla sanità voluto dall’ex governatore Fitto che dichiarò : “Tutto pensavo tranne che avere un assessore nella giunta Vendola”, scatenando le immediate proteste del neo compagno presidente. Il 30 giugno veniva iscritta nel registro degli indagati per turbativa d’asta la direttrice generale della Asl di Bari (vicina al Pd). Il 4 aprile la stessa veniva ascoltata dal pm. Qualche settimana dopo l’accusa nei suoi confronti (turbativa d’asta, ex art. 353 del codice penale) veniva archiviata. Dopo questi fatti, Vendola, ispirato dal solito spirito giustizialista, l’aveva obbligata alle dimissioni, così come aveva fatto con Tedesco. Da riscontrare anche il fatto che un membro di un clan mafioso scissionista collaboratore di giustizia, parla di legami tra mafia locale e politica, accennando ad un particolare candidato di centrosinistra legato al centrodestra. Perché questo eccesso di zelo di Vendola, nel fare dimettere una dirigente sanitaria indagata (accusa poi archiviata) e sospendere un’intera giunta senza accuse giudiziarie. Come per dire dimissioni forzate degli indagati e collaborazione con la magistratura (?). Cinque le perquisizioni alle sedi dei partiti di centrosinistra locali. L’indagine che ora vede sotto la lente dei pm di Bari i partiti di centrosinistra è stata resa possibile grazie alle intercettazioni telefoniche raccolte nel corso di tanti mesi, si parla ormai presunti finanziamenti illeciti, corruzioni e legami mafia-politica, ancora tutti da dimostrare. Brutte le storie, brutti i fatti, ora solo sospetti, domani la tangentopoli pugliese e la morte del centrosinistra anche in Puglia. Tutto i partiti del centrosinistra saranno controllati dai carabinieri che verificheranno i loro bilanci e i loro depositi bancari. Il presidente Ventola non pone ostacoli.
Pensa che il fare chiarezza serva a tutti. “Per me è il giorno in cui ricomincia un cammino”, ha detto Vendola in occasione della proclamazione a sindaco di Bari del compagno Michele Emiliano. Ieri, infatti, Vendola ha assegnato, al termine di un lungo incontro con il segretario regionale del Partito Democratico, lo stesso sindaco della città, Emiliano, le deleghe ai nuovi assessori che entreranno a far parte dell’esecutivo (il rimpasto allargato non riuscito). Il rimpasto si era necessario dopo l’apertura di un’inchiesta della magistratura sullo scandalo della Sanità, che aveva coinvolto anche esponenti della giunta regionale e alti dirigenti della Asl. E nei giorni scorsi, il governatore era stato sentito dai magistrati inquirenti, ribadendo la sua totale estraneità ai fatti. Ma prende la decisione di azzerare tutta la giunta e varare nuove nomine, come ha fatto.
Vendola ormai da mesi naviga nella melma dello scandalo sanitario, da quando le indagini della procura di Bari su presunti appalti nella sanità locale pilotati a favore dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini, avevano condotto all’iscrizione nel registro degli indagati di Alberto Tedesco, ex socialista oggi traslocato nel Pd (Tedesco lascia il consiglio pugliese per insediarsi al Senato come primo dei non eletti al posto di Paolo De Castro, volato all’europarlamento). A rischio di decapitazione giudiziaria, il governatore Vendola ha pensato bene di azzerare la vecchia giunta per estraniarsi dallo scandalo stante le consultazioni regionali prossime alle porte ed alle quali intende ricandidarsi per poter usufruire ancora del dignitoso superstipendio che si è dato. Prestigiatore questo Vendola, uno scandalo in giunta che non lo riguarda, che non lo sfiora, tutta colpa degli assessori che sedevano e governavano con lui ogni giorno per quattro anni. Vendola ha sicuramente concordato l’operazione con Emiliano, sindaco rieletto di Bari e segretario regionale del Pd, con il quale condivide il progetto di fare di Bari e della Puglia il laboratorio politico per il Sud. Vedi lunga telefonata necessaria affinché D’Alema intervenisse personalmente con una nota pubblica dove chiede al PD pugliese di sostenere “compattamente” le scelte del governatore. Però in un vertice del Pd regionale, i consiglieri hanno fatto ricorso alle minacce, persino alla sfiducia di Vendola passando all’appoggio esterno (nella riunione della maggioranza del 13 mattina, prima di presentare la nuova giunta al consiglio, mancavano gli ex assessori più “inviperiti”).
“Oggi è il primo giorno di campagna elettorale” ha detto Vendola presentando la nuova giunta al consiglio regionale. In gioco non c’è solo il futuro governo regionale ma il congresso del Pd, le correnti (quella dalemiana), altro che laboratorio per il sud. Uno dei problemi seri è quello di sostituire il compagno Emiliano, che non si è ancora schierato. D’Alema gli ha chiesto di lasciare l’incarico, offrendogli posto a livello nazionale. Altro che scandali e primavera pugliese.

(da Rinascita)

Nicola Vendola tolga il disturbo , si dimetta. Non è più nella condizione morale
di governare la Puglia.
Salvatore Valerio

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