sabato 29 agosto 2009

Eureka! Il Ministro Giulio Tremonti "scopre" la socializzazzione e la partecipazione degli utili delle imprese da parte dei lavoratori.


In un contesto economico di crisi dove il welfare è in rovina, le banche falliscono,lo spettro del licenziamento è sempre più realistico, urge rivedere
le regole di un mercato che, sregolato e senza freni, ha collassato su se stesso. Come il comunismo, anche il capitalismo, datosi per vinto, è scoppiato, vittima delle sue stesse contraddizioni, prigioniero della sua libertà. Molto fittizia più che reale. Al meeting di Comunione e Liberazione Giulio Tremonti bacchetta "gli stregoni delle banche" ed elogia gli operai della Innse considerandoli degli eroi.
E a riguardo delle politiche sociali fa riferimento alla "compartecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese che sarebbe fattibile grazie ad un patto con gli imprenditori". In verità qualche mese fa anche il Ministro Sacconi aveva detto:
"la sinistra Italiana è ancora vicina ai poteri forti e al relitto borghese sempre più parassitario e cialtrone,che è tra le cause dello sconquasso economico in atto." Facendo così strada al modello partecipativo, figlio di quella socializzazione repubblichina, tanto agognata in questo dopoguerra dagli esuli in patria e definendolo: «fondamentale per creare quella complicità tra capitale e lavoro e che da sola può garantire alti livelli di crescita nei prossimi anni».
Personalmente questa spinta alla partecipazione agli utili delle imprese da parte dei lavoratori mi piace.Chi viene come me dall'Msi non può che accogliere favorevolmente questa ipotesi.D'altra parte lo stesso articolo 46 della Costituzione recita:"Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende." Dopo aver archiviato l'Msi e la sua vocazione corporativa, non adatte al mercato "globalizzato",la socializzazione prese altre vie.La partecipazione dei lavoratori, come prospettiva politica, torna in auge nel documento programmatico di Alleanza Nazionale. Proposta, da Gianni Alemanno, in quel di Fiuggi, primo congresso del partito. Il modello di riferimento è la Mitbestimmung (codecisione) applicata, in Germania, in imprese con più di 2000 lavoratori.
La socializzazione ha il valore di sposare i pregi di ogni sistema economico, finora proposto, epurandone le deficienze. Dosando libertà e solidarietà in par misura. La novità piena dell’ economia partecipativa è il ruolo che il soggetto produttivo assume. L’uomo non è più parte di un automatismo, un ingranaggio fra tanti, ma diviene cardine, centro, fautore del proprio destino. Ritrova se stesso nel compito che svolge, prendendo parte alle decisioni sul proprio futuro, armonizzando il proprio presente. Il lavoro cessa di essere un fine, nella peggiore delle prospettive economiciste, in direzione di divenire un mezzo per trovare se stessi, completare la propria libertà all’interno di un insieme armonioso. Laddove libertà e necessità collimino come due rette che si incontrano all’orizzonte. Dove, non più le attinenze fra gli elementi che lo compongo, ma il valore stesso degli elementi assume un ruolo primario.
La partecipazione è un metodo contingente dettato dalla necessità di saldare la frattura tra capitale e lavoro. Consumata dopo la fine del feudalesimo e accelerata dal tardo ottocento fin tutto l’ultimo secolo.
La partecipazione è dispositivo essenziale per poter passare, usando le categorie di Marcello Veneziani, dal degrado di una società liberale schiava di una pretesa libertà, troppo spesso confusa con libero mercato, alla nascita della democrazia comunitaria.
Ciò che fa della socializzazione qualcosa oltre il mero strumento economico, è la visione etica e solidale che l’accompagna. L’interesse principale per le ambizioni, i desideri e i bisogni dell’individuo, che partecipando attivamente e collegialmente, non è ne massa senza volto ne soggetto sganciato dalla realtà. Ma individuo determinato, evolianamente assoluto, inserito in un contesto di riferimento, mosaico della sua stessa identità personale, la comunità nazionale. In questo si rilancia il feroce antagonismo al liberalismo e al comunismo rei della stessa colpa. Privilegiare l’istanza economica a discapito di quella umana.
Per tali ragioni l'"uscita" di Giulio Tremonti al meeting di Comunione e Liberazione
è da considerar sicuramente in modo positivo.

Salvatore Valerio

(un grazie per gli spunti e considerazioni a Nicola Piras)

2 commenti:

raffaele ha detto...

se davvero i salari verrebbero rapportati all'utile aziendale e quindi incrementati secondo la produzione propria del lavoratore, c troveremmo a evitare lamentele che i salari sono più bassi al sud che al nord..un altro passo sarebbe la contestuale reintroduzione (oltre alla proposta tremonti)della scala mobile attuata negli anni '80 gli stipendi si rapportavano all'indice istat e all'aumento del costo della vita

raffaele ha detto...

se davvero i salari verrebbero rapportati all'utile aziendale e quindi incrementati secondo la produzione propria del lavoratore, c troveremmo a evitare lamentele che i salari sono più bassi al sud che al nord..un altro passo sarebbe la contestuale reintroduzione (oltre alla proposta tremonti)della scala mobile attuata negli anni '80 gli stipendi si rapportavano all'indice istat e all'aumento del costo della vita

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