sabato 24 aprile 2021

25 aprile e la retorica resistenziale .

 

Wiston Churchill: 

"Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno dopo 45 milioni tra antifascisti e partigiani.
Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti".  




Queste parole lasciano intendere tante cose.

Dobbiamo essere obiettivi e approfondire la storia della nostra Nazione valutando ciò che fu la Resistenza approfondendo quale è il senso ed il significato di questa celebrazione  oggi.
Non pensiamo di affermare eresie se diciamo che è stata una pagina  controversa della storia sulla quale bisognerebbe smetterla di speculare politicamente.

Del resto ultimamente la retorica e una certa narrazione ,tanto cara all'antifascismo militante , ha perso quella forza e trasporto emotivo di qualche decennio fa , e pare che anche nelle giovani generazioni non faccia grande presa.

Lo affermano personalità non ascrivibili al mondo della destra e per tale ragione da tenere bene a mente per spunti di riflessioni di un certo rilievo..

D'altro canto fare dell'antifasciismo unvalore essenziale senza fascismo risulta un atteggiamento senza senso. E' Fuori dubbio che c'è stato negli scorsi decenni un eccesso di propaganda politica atta a strumentalizzare questa giornata.

Una sorta di lettura manichea: la vittoria dei buoni contro i cattivi con omissioni e forzature..

In conclusione al di là di ogni posizione e sensibilità politica, continua ad essere una celebrazione divisiva..

IL PARADOSSO.

La pandemia e le restrizioni ad esse legate con coprifuoco e relative riduzioni di libertà individuali che spingono al collasso molte attività economiche ,hanno spinto intellettuali e leader di destra a prendere delle decise posizioni contro la "dittatura sanitaria",

Quello che TUTTI auspicano che ci si liberi quanto prima da questo incubo pandemico.

Tutto questo sarebbe accolto come una reale festa di liberazione , che in questo caso diventerebbe presupposto di ripresa economica e di coesione sociale, prescindendo da ogni possibile "recovery plan",  

SALVATORE VALERIO



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