Mentre nella nostra città ci si accapiglia sulla opportunità o meno di inserire una frase di una canzone di Eugenio Bennato sul nuovo Terminal della Stazione di Foggia che sintetizzi in maniera plastica ed esaustiva quello che rappresenta la città capoluogo ed il suo territorio , si sta perpetrando l'ennesimo scippo alla nostra città in termini non solo di cultura ma anche della propria identità che affonda le radici in una storia millenaria.
Probabilmente vi sarà la chiusura della " Biblioteca Magna Capitana" di Foggia ed il suo grande patrimonio con oltre 180 anni di storia.
250.000 volumi, 16.000 testi del 1500 e del 1600, antichi manoscritti, manifesti, carteggi.
Verrebbero meno le promesse della politica espresse solo qualche mese fa dal Governatore della Puglia Emiliano che ritenne di intervenire nella discussione sostenendo la volontà della Regione Puglia ad intervenire nell'investire in cultura intesa come deterrente alla criminalità ed il malaffare.
Se chiuderà sarà per i soliti motivi economici. Venendo meno le Province vengono meno anche i presupposti e la possibilità economica di sostenere questa importante biblioteca.
Sarebbe una grave perdita in quanto Foggia, come sede universitaria perderebbe un importante riferimento culturale.Ma non solo per tale ragione.
La cultura, in un momento socio economico molto delicato , di crisi come l'attuale, potrebbe essere uno strumento di rilancio ed una risposta concreta contro la criminalità dilagante.
La cultura va intesa anche come riferimento di valori e di umanità , per tale ragione vale molto di più di un patto di stabilità; i valori umani e culturali devono venir prima di un freddo calcolo economico.
Non si baratta la nostra cultura e la nostra storia!
Salvatore Valerio
Considerazioni personali nel quotidiano incedere della vita. Contrastare lo stucchevole potere intimidatorio del politically correct che appiattisce tutto al livello più semplice e più basso e tenta di zittire ogni differenza. Contro la globalizzazione dei cervelli.
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