"Riverisco signora Direttrice!"
Con questo rispettoso saluto iniziavano le mie giornate di piccolo studente presso la Scuola Elementare "Istituto Rabbaglietti" di Foggia in via Le Maestre , una delle strade più antiche di Foggia.
Il Natale mi riporta inesorabilmente a quei ricordi di infanzia, ricordi affatto sbiaditi dal tempo anche se la mia mente li elabora come un filmato in bianco e nero.
Quando penso al Natale della mia infanzia non posso non metter fuori dallo scrigno dei ricordi non solo i miei amati genitori Pia e Luigi e tanti parenti a cui ho sempre voluto bene, ma anche quella scuola elementare che segnò i primi anni della mia vita in senso positivo e mi iniziò a formare come persona consapevole.
Durante il periodo natalizio mi vengono alla mente questi ricordi, momenti di vita vissuti con la massima serenità, spensieratezza accompagnata da una buona dose di ingenuità fanciullesca.
Erano gli anni sessanta in giro c'era una gran voglia di futuro, di ricostruzione non solo materiale , voglia di progresso. Sintetizzando : "voglia di vivere!"
Tutto questo, non vi sembri esagerato, era percepito da noi bambini perché trasmesso dai nostri genitori.
Si percepiva una gran voglia di progresso inteso come un qualcosa che avrebbe fatto vivere tutti una vita con meno stenti (venivano da una guerra drammatica) e con un "benessere" diffuso .
La scuola Rabbaglietti era in quel periodo all'avanguardia.
La brava e dinamica Nobildonna foggiana, educatrice e valente scrittrice Amelia Rabbaglietti, amante della nostra terra e delle sue tradizioni, riusciva a creare una perfetta ed equilibrata sintonia tra le nozioni di didattica tradizionali e lo studio di recitazione e canto.
Il periodo che precedeva le festività era il periodo più bello ed intenso .
Alla "solita" letterina di Natale, piena di buoni propositi era legata la recita più importante dell'anno che suscitava interesse e che avrebbe potuto avere un palcoscenico molto importante : il Teatro Giordano.(ormai chiuso da anni)
Una volta accadde e ricordo ancora adesso le intense emozioni che si provarono a calcare quel glorioso palcoscenico!
In conclusione, io lego il ricordo del mio Natale di bambino a questa Scuola e alla sua Direttrice considerata allora al pari di una buona zia , che aveva tra le sue mani di saggia educatrice, un manipolo di monelli/e.
***
E' molto difficile, direi quasi azzardato, raffrontare quel periodo a quello di oggi.
La depressione economica di adesso sta sempre più prendendo le sembianze di una mostro che trasmette una sorta di malattia rappresentata da un arretramento di natura sociale.
Non esistono più certezze .Si perdono posti di lavoro.Ogni progetto di vita viene messo in discussione . Il futuro non si sa cosa possa riservarci. Domina una angosciosa sensazione di instabilità, di provvisorietà.
Ma è solamente una crisi di natura economica? Oppure dietro tutto questo si nasconde ben altro?
Ognuno di noi dia una risposta a questo interrogativo.
Una cosa è certa non sarà un Natale come altri e non solo per cause di natura economica.
Abbiamo anche una crisi di Valori.
Non potrà da solo il nostro splendido Papa Francesco riuscire a farci superare questo brutto momento dal punto di vista valoriale, senza un aiuto da parte nostra senza aver fatto la nostra parte di credenti e di cattolici.
Bisogna essere consapevoli del momento delicato che stiamo vivendo ed agire conseguentemente.
In che maniera?
Tornando alle cose semplici, alla solidarietà, al dolce tepore della Famiglia, ad un senso di Pace interiore.
Non è forse la rappresentazione classica dello spirito natalizio,della sua stessa essenza?
Sono in effetti questi semplici presupposti Valoriali che è bene tener presenti sempre.
Non ci riempiono le tasche non ci arricchiscono economicamente ma di sicuro ci riscaldano il cuore donandoci più umanità. Ci fanno star bene interiormente rendendoci migliori.
Buon Natale a tutti!
Salvatore Valerio
Considerazioni personali nel quotidiano incedere della vita. Contrastare lo stucchevole potere intimidatorio del politically correct che appiattisce tutto al livello più semplice e più basso e tenta di zittire ogni differenza. Contro la globalizzazione dei cervelli.
venerdì 20 dicembre 2013
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1 commento:
Molto belle queste riflessioni che condivido. Anch'io ho ricordi di infanzia di tempi lontani: nostalgia delle persone, dei luoghi, della Fede che era patrimonio di molti, anche se non per tutti allo stesso modo.
Ora sono altri tempi: siamo stati più ricchi economicamente e ora dobbiamo affrontare le vacche magre. Il Signore ci aiuti.
Paola
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