In questi giorni di fine anno , mi è tornata in mente il famoso dialogo tra il "Venditore di Almanacchi",
di leopardiana memoria, ed un passante. Non sarò originale però sicuramente, tale dialogo, offre spunti
di riflessioni interessanti e non banali .
Il dialogo è tratto dalle "Operette morali" pubblicate nel 1834.
Passante al Venditore: "Credete che sarà felice quest'anno nuovo"?
Venditore: "Sicuramente illustrissimo, felicissimo"!
A questo punto il passante (Leopardi) incalza il venditore con alcune domande riguardanti la vita
passata.
Ecco presentarsi nel venditore una amara verità che riguarda gli anni suoi trascorsi che non sono stati
poi così tanto belli da volerli rivivere.
Estrapolando il tutto e rapportandolo ai giorni nostri , come dare torto a questa configurazione di vita
passata dopo ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni di pandemia?
In effetti la vita passata non è da considerarsi cosa bella a tutto tondo.
E' bello ,invece, il futuro .
Questa è in effetti la umana "speranza". Proiettarsi in un futuro che rappresenti un barlume di bello e di
felicità!
Se dobbiamo essere sinceri, positività per il prossimo futuro, non se ne trovano in giro tante , ma
assumerebbe un contorno pessimistico e un negativo pensiero rinunciare a guardare avanti con una
certa fiducia.
La speranza è come una piantina che va curata e spesso innaffiata.
Non bisogna privarsene. Ci aiuta a vivere.
Felice 2022.
Salvatore Valerio
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