lunedì 8 novembre 2010

Una bella nota di Alberto Mangano riguardante il nostro impegno per l'istituzione di un Monumento che ricordi la tragica luttuosa estate del 1943.


La lezione dei due "Salvatori".

In questi giorni, su Fb, siamo stati coinvolti in tante discussioni intorno ai problemi della nostra città che spesso sono sfociati in dure polemiche e che hanno determinato turpiloqui ed insulti. Si è parlato del ponte sul Cervaro, del dissesto al comune di Foggia, di parcheggiatori abusivi, di immondizia e di buche lungo le strade cittadine. Ma, stamattina, appena sedutomi davanti al pc, mi sono accorto che si era intavolata una discussione nel commentare una cartolina che io, tra le tante, avevo condiviso con voi amici. Bene, io volevo condividere con voi le mie emozioni, i miei ricordi, cercavo di “estorcervi” qualche notizia su un esercizio commerciale di allora, sui loro proprietari. Ed invece… scopro commenti di rabbia, di impotenza ma capisco da tutto ciò che questa fotografia vi ha toccato le stesse corde e che vi piange il cuore a vedere la vostra città com’era e confrontarla con quella che la stessa è diventata. Saranno le numerose primavere che ormai ci portiamo sul groppone, sarà forse che tutti ricordiamo la spensieratezza vissuta 30-40 anni fa, fatto sta che in un modo o nell’altro qualcosa dentro di voi si è mosso. Sapete cosa manca ai foggiani? L’orgoglio dell’appartenenza, l’incapacità di dire che amano la propria terra e che vorrebbero viverci loro e i loro figli e che mai vorrebbero fare come coloro che necessariamente hanno dovuto lasciarla per realizzarsi altrove. Mi permetto di dirvi ciò perché io in questi anni, con il mio modesto lavoro in rete, ho conosciuto gente che soffre per nostalgia, che lontano da casa ormai da anni mi scrive: “Quanto è bella la mia città, cosa non farei per tornarvici”. Bene allora cosa possiamo fare noi per migliorare la vivibilità di Foggia e cercare di offrirla ad un ipotetico turista che si affaccia dalle nostre parti? Dimentichiamo quel passato di polemiche sulle giunte che si sono susseguite e sulle cose buone e quelle meno buone che le stesse hanno determinato e voltiamo pagina. Evitiamo di esaltare le cose di Agostinacchio o quelle di Ciliberti dichiarandoci in tal modo faziosi e poco propositivi e guardiamo avanti, al futuro che si può costruire tutti insieme, animati e guidati solo dalla buona volontà, quella genuina , quella che non vuole chiedere il conto a nessuno. In questi giorni ci siamo impegnati affinchè venga realizzato un monumento per le vittime dei bombardamenti del 43: ci siamo visti, ci siamo confrontati, abbiamo girato la città, abbiamo tracciato un percorso. Oggi siamo 4, domani 7, dopodomani 50, tra due mesi 1000. Dovrà essere la città a rendere omaggio a quelle vittime. Signori così si spezza la catena della clientela; oggi per organizzarsi, per avere lo spazio, per fare non bisogna più rivolgersi al politico amico, al parente consigliere. Amici oggi il web affossa tutta questa gente se è vero come è vero che, scusate la immodestia, ma a Foggia sono conosciuto più io che tanti consiglieri. E sapete perché? Perché il sottoscritto, un giorno, ha deciso di prendere quella che è definita dalle nostre parti la “cavidarella” e ha cominciato a costruire dal nulla pur sapendo che nessuno gli avrebbe dato una paga, che non avrebbe avuto alcun ritorno. La gente non ci credeva che questo poteva succedere, ha sospettato secondi fini, voleva individuare il maledetto ritorno. Eppure il sottoscritto ha continuato, ha scoperto che insieme a lui c’era altra gente che, sacrificando il proprio tempo, la propria famiglia, alle volte il proprio lavoro, ha deciso di portare questa “cavidarella”. Cosa abbiamo concluso? Io vi rispondo che non ho ancora alcuna voglia di concludere e tirare le somme, voglio continuare avanti con gente come Salvatore Valerio e Salvatore Onorati che hanno dimenticato le proprie origini culturali e politiche, si sono seduti al tavolino e hanno deciso di lavorare, magari anche di essere criticati, ma di lavorare: che bella lezione ho imparato da tutti e due; si sono divisi per anni quando rivendicavano magari uno lo scempio delle Fosse Ardeatine e l’altro i Martiri Triestini. Oggi , in un abbraccio ideale, condannano quelle bombe, non interessa loro di che colore fossero, tutti e due insieme pensano a quei morti innocenti, quelli che sicuramente non hanno colore. Non vi preoccupate, non ci sono secondi fini, non sono imminenti le elezioni, nessuno ha bisogno di visibilità, stiamo solo cercando di restituire alla nostra comunità una memoria storica, vogliamo dare ai foggiani un’identità che vada oltre steccati che oggi non ci appartengono, che magari ci divideranno per altri motivi, ma non per il bene che vogliamo alla nostra terra. Vogliamo fare un altro esempio per quello che possiamo fare per la nostra città? Creare un comitato per guidare la toponomastica e dare una identità locale alle nostre vie, alle nostre piazze. A voi sta bene viale Europa, via Spagna, via Portogallo e non so se esista via Liechtenstein? Ebbene si può fare facilmente solo coinvolgendo la gente di buona volontà capace di riorganizzare la nostra storia e stabilire determinate priorità. Le idee non mancano ma bisogna partire perché le critiche al vento non portano da nessuna parte e anche se incontreremo ostacoli, anche se qualcuno avrà da ridire, noi potremo opporci dicendo che solo chi opera può sbagliare mentre chi non opera può solo arrogarsi il diritto di parlare sicuramente in modo improprio. Sapete perché penso che il percorso che può portare a costruire una nuova città sarà difficile ma non necessariamente impervio? Perché di gente come i due “Salvatori” che hanno deciso di incamminarsi insieme, io so che ce ne sono altri.

Alberto Mangano

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