sabato 5 settembre 2009

Foggia:ma cosa succede in piazzetta (Piazza Cattedrale) ?


«Ue’ vecchjarì, vine qua’ che fazz vede’ eje» riferito all’uomo più anziano di due coppie adulte che passeggiavano (ore 23.15 dell’altro ieri sera) sull’isola pedonale di corso Vittorio Emanuele.

L’uomo prova a rispondere, disorientato di fronte a tanta (gratuita) volgarità.

E allora i bulli incalzano: «Che dej, tamma’ palià proprje allore». Pochi metri più in là, sul gradino della libreria Dante in via Cesare Battisti.

Una donna inciampa col passeggino sul piede di due ragazzi (ore 23.35 dello stesso giorno), due ragazzi che non sono in sosta relax ma si stanno tranquillamente bucando nel centro della città.

E le ronde? Ci sono eccome, ma non sono quelle miste polizia-esercito ma quelle dei bulletti (non oltre quindici anni) che sembrano essere diventati i nuovi padroni di una città che in realtà non comanda, non controlla e non governa nessuno. Una Blade runnerinattesa, incontrollabile. E sinceramente insopportabile.

A 10 GIORNI DAL DELITTO -A dieci giorni dall’omicidio di Angelo De Rosa (accoltellato in piazza del Lago per una discussione esplosa per una banalità sconcertante) la Gazzetta è andata a verificare cos’è cambiato, cos’è successo e come ha reagito il salotto buono della città.

Che ingenui: nessuna reazione, nessun sentimento. Nulla. Il centro è passato in soli dieci anni (dal boom indiscriminato di locali datato 1999 all’omicidio dello scorso 25 agosto) da salotto a giungla senza riferimenti, da punto di elite a zona off limits.

Come se fosse una qualsiasi periferia degradata e sottosviluppata, con l’aggravante - a questo punto storica, visti gli innumerevoli tentativi di raddrizzare il fallimento in corso d’opera - di avere generato un mostro con moltissime teste.

Ma di soluzioni vere e soprattutto di segnali di miglioramento... non se ne sono mai mvisti.

IL FALLIMENTO DEI CIV -E’ sotto gli occhi di tutti ad esempio il fallimento di quel che avrebbero potuto e non hanno fatto i Civ, dalle insegne e gli arredi dei locali tutti uguali al rompete le righe generale che ha dato il via alla più grossolana deregulation urbanistica degli ultimi anni.

Un esempio emblematico del fatto che il centro è terra di nessuno è rappresentato dall’imbarazzante totem informatico piantato sotto il Comune almeno 5 anni fa, doveva servire per dare informazioni ai turisti (quali?) ma non è mai entrato in funzione.

Un orrendo oggetto d’arredo per di più senza funzione, sotto Palazzo di città e nessuno dice niente.

Ma andando oltre si potrebbe estendere l’inda - gine a come si è ridotta piazza dei Martiri triestini, da punto d’orgoglio a parcheggio di abusivi che consentono la sosta delle auto fin dentro le pizzerie (perché mangiare odorando gasolio è privilegio per pochi, solo per foggiani veri).

ASSOLUTA IMPOTENZA -Quel che ci è parso molto chiaro durante questa ricognizione notturna nella «piazzetta», o meglio in quel che resta della piazzetta, è stato l’assoluto senso di impotenza.

Tutti fanno quel che vogliono, tutti si comportano come vogliono.
«Eue’ Giuvà, u motorine ndo’ le mjse?»e a domanda risponde. «Sotto o’ Comu’n». Ma naturalmente si poteva fare meglio. «Efesse’ fine e là, eje haggje mese sotto a cattedrel, va vau piggje e purtel a qua... chi cazz tadda dice nind».

Sotto a «cattedrel» significherebbe sotto l’ingresso della chiesa madre, con le ruote sul bianco appena rifatto delle mura romaniche. Che dire? Nulla, appunto. Se non che tutto questo - dialoghi surreali compresi - avviene senza il briciolo di un poliziotto, di un carabiniere, di una ronda seppur in versione ridotta che per sbaglio si trova in centro.

Dell’altro giorno l’annuncio (evidentemente imprudente) delle istituzioni: «Mai tanti controlli come in questi giorni!». Possiamo assicurare che non è così, che durante la nostra ispezione (compiuta, lo ribadiamo, giovedì notte tra le 22 e 23.50) non si è vista nemmeno l’ombra di un rappresentate delle forze dell’ordine.

Per non parlare dei vigili urbani, che lusso vederli in giro a quell’ora. Ecco come si sono sovvertiti i valori, ecco come il centro è divenuto meno sicuro di quello che era il temutissimo Cep (oggi zona rispettabile in confronto a via Duomo e piazza Lago).

A frequentare la «piazzetta» in questi giorni ci si meraviglia che il delitto De Rosa sia avvenuto solo adesso, ci si meraviglia di come mai una tragedia simile abbia suscitato tanto clamore. Era del tutto prevedibile.
da La Gazzetta del Mezzogiorno

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