lunedì 9 ottobre 2023

La chiesa delle Croci di Foggia: la storia di ieri , la realtà di oggi .


 Chiesa delle Croci meglio conosciuta dai foggiani come "Cappellone delle Croci".

MONUMENTO NAZIONALE.

L'aspetto estetico è imponente nella sua sobrietà ed avvolto da un certo fascino e mistero.

La sua struttura architettonica è di stile barocco, ma nulla a che vedere con il barocco leccese famoso per il suo sfarzo , è un barocco semplice, di provincia.

Le cupole delle cappelle ricordano i "trulli" di Alberobello.

Del resto una struttura in cui il tufo la fa da padrone non può considerarsi sfarzosa.

La provenienza del tufo: zona   San Leonardo (Manfredonia). 

 


Nonostante il suo fascino , resta un monumento poco noto rispetto ad altri monumenti della nostra meravigliosa capitanata.

Collocata all'incrocio di due "Tratturi" molto importanti per la transumanza.

La transumanza : quella migrazione stagionale che avveniva dalle zone montuose a quelle di pianura e viceversa tra le zone di Molise, Abruzzo e Puglia.

Si ricorda la "Regia Dogana della Mena delle pecore" presente a Foggia, legata alla transumanza.

Il complesso monumentale eretto nel 1693 è lungo circa 150 metri, largo 13,50 metri.

Si deve a Padre Antonio da Olivadi l'aver posato 7 croci in quella zona .



L'occasione della sua venuta fu data dal fatto che la siccità e la carestia minacciavano una popolazione già stremata da guerre e sommosse. In lui si riponevano grandi speranze, la sua fama di autore di inspiegabili prodigi era ad alti livelli.

Si racconta che durante una delle sue prediche il prodigio si avverò e finalmente la pioggia giunse nelle nostre campagne.

Composto da 5 cappelle (inizialmente erano 6) per dar posto alla costruzione della chiesa. Questa raccoglie testimonianze religiose, artistiche e civili che costituisce un patrimonio culturale collettivo in cui è presente la Massoneria, la Carboneria, la Congregazione di Monte Calvario che non rimase estranea agli avvenimenti che contrassegnarono la storia della città.

Oltre ai caduti  foggiani della grande guerra si può vedere sul pavimento una grande lastra che ricopre una botola. Su questa lastra vi è un simbolo di morte che esorta a tener presente l'umana fragilità. La lastra dà sulla cripta che si raggiunge da una scalinata. Nella cripta venivano sepolti i confratelli e pare si riunissero anche i carbonari locali che anelavano all'Unità d'Italia. 

*Paradosso.*

Una chiesa gestita da una Confraternita composta da un gruppo sociale elevato, diventa

col tempo il simbolo della foggianità rappresentando punto di riferimento popolare.

Sarebbe rimasto un isolato luogo di culto se non si fosse abbattuto su Foggia il terribile terremoto del 20 marzo 1731. Gli storici sostengono che fu questa la tragedia destinata a cambiare il volto della città non solo dal punto di vista materiale. Fino a quella data Le Croci erano lontane dalla città , distanti dalla vita sociale di tutti i giorni, dalla cultura dei foggiani. Grazie al terremoto ci sarà un avvicinamento delle Croci alla città , divenendone parte integrante e vitale.

Ecco nascere Borgo Croci con un linguaggio crocese, diverso dal vernacolo parlato dal resto della popolazione. Il rappresentante di questo popolo è il "Terrazzano".

*Terrazzano.* 

Vivevano nei pressi della chiesa delle Croci, più precisamente piazza Sant'Eligio.

Figura di un contadino che non era sottoposto  alle leggi del padrone, vivendo in maniera misera di ciò che la terra offriva in maniera spontanea.

Si differenziava dal resto degli abitanti anche per il suo modo di dialetto più aspro e gutturale.

Ma cosa offriva la terra al terrazzano?  Cicoria, Cardi, Finocchi ed Asparagi selvatici , frumento tra le ristoppie, lumache e rane.

Quest'uomo con il suo mondo, con la sua cultura, unica ed originale rappresentazione sociale , si stabiliva a Borgo Croci. Le case o ricoveri in legno , passata la paura del terremoto, diventarono di muratura.

***

*Conclusioni. Importante conoscere la storia della propria città*

Nel nostro contesto sociale  così complesso come il nostro, in cui i fatti di cronaca locale ci fanno inorridire, essere consapevoli della storia della nostra città, chi siamo e da dove veniamo potrebbe  essere un deterrente di natura culturale al disagio delle giovani generazioni . Sappiamo che tutto questo non basta. 

Se non si  inizia a intervenire riqualificando un quartiere (Borgo Croci) che rischia un lento ma inesorabile degrado urbanistico, se non si interviene sul decoro di altri contesti cittadini in cui, molto probabilmente, il quartiere ferrovia rappresenta un grave problema legato anche alla sicurezza e vivibilità.    


Questo saranno tra le priorità della prossima amministrazione?

@salvatorevalerio

     

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