martedì 6 aprile 2010

L'accanimento contro il Papa.


In queste ultime settimane sono accadute delle cose alquanto strane che hanno
portato, diciamo così, verso un accanimento mediatico nei confronti della Chiesa Cattolica e verso il suo massimo rappresentante, il Papa Benedetto XVI.
A dirla tutta il Papa è stato colui il quale con coraggio ha eliminato "dalle pentole
tutti i coperchi" che andavano sollevati, di abusi avvenuti sotto altri pontificati.
La " De delictis gravioribus" non va vista come una epistola a se stante, ma inserita dal cosidetto "motu proprio" di Giovanni Paolo II da cui deriva il "sacramentorum sanctitatis tutela".
L'epistola "De delictis gravioribus" non esisterebbe se non fosse stata autorizzata e promulgata dal motu proprio di Giovanni Paolo II.
La cosa piu' grave e' che anche preti e pretucoli giocano sull'equivoco e vanno dicendo che la lettera del 2001 e' frutto della volonta' esclusiva del cardinale Ratzinger.
Sappiano tutti che il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede non ha il potere di imporre il segreto su nessun atto o procedimento.
Il segreto e' PONTIFICIO. Solo il Papa ha il potere di imporlo o di approvare un documento che ne prevede l'imposizione.
Si tratta di un documento del 1974 a firma dell'allora segretario di stato Villot e APPROVATO DA PAOLO VI! Il segreto pontificio e' imposto SOLO dal Papa.
Nel 1974, regnante Paolo VI, Joseph Ratzinger insegnava in una universita' tedesca .
Il cardinale Ratzinger NON POTEVA NON INSERIRE nella lettera "De delictis gravioribus" le parole "segreto pontificio" perche' esso e' proprio della Congregazione per la dottrina della fede.
Il Prefetto della Congregazione non aveva il potere ne' di derogare ad un documento di Paolo VI ne', tanto meno, ad un motu proprio di Giovanni Paolo II.
Accusare Ratzinger non solo e' sleale ma anche mostruosamente contrario al diritto.
Credo che chi non conosce questi testi effettivamente faccia molta fatica a districarsi nella giungla delle menzogne, mentre chi li conosce o li dovrebbe conoscere stranamente non sembra volerli divulgare nella loro reale portata.
La trasparenza a cui ci ha istruiti il nostro Papa Benedetto evidentemente fatica a farsi largo...


(un ringraziamento per gli spunti al Blog degli amici di Papa Ratzinger)

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