martedì 23 aprile 2019

FUORI DAL CORO. Le mie domande sul 25 aprile.

Queste sono delle considerazioni sotto forma di domande di qualche anno fa  attualissime.


-Ma davvero la maggior parte degli antifascisti che hanno fatto la Resistenza combatterono per la libertà e la democrazia del popolo italiano?
-Non è che sognassero un'altra dittatura, comunista o giacobina ?
-Forse sognavano un totalitarismo più compiuto rispetto a quello fascista,
che abolisse la proprietà,mercato, religione e disuguaglianze sociali?
- Non sarebbe opportuno modificare la visione che in questi anni si è voluta dare della resistenza che, contro i fascisti antidemocratici, ci fossero dall'altra parte in campo solamente forze democratiche?
-Non è forse vero che le forze comuniste di allora, democratiche lo erano ben poco?
-Non è forse vero che l'arrivo ad una piena democrazia del maggior partito italiano della sinistra è stato lento e laborioso ed ancor oggi con qualche ritorno di fiamma, in alcuni dei suoi componenti, molto vicino a vecchi schemi ideologici?
-Perchè dopo più di 60 anni non c'è una reale condivisione per una completa
Pacificazione Nazionale?
-Perchè non c'è condivisione nel fatto che, seppur nella differenza delle idee, partigiani e ragazzi della Repubblica Sociale morirono tutti per la Patria?
-Perchè ci sono ancora coloro i quali si "trastullano" con la dicotomia fascismo-antifascismo non rendendosi conto che vivono fuori dalla realtà?
-Perchè c'è qualcuno come me che dopo decenni continua a porsi sul 25 Aprile tante domande?
-E' utopistico pensare che questa data possa un giorno diventare la "Festa della
Libertà" e da tutto un popolo condivisa senza "se" e senza "ma"?
Salvatore Valerio
Componente Assemblea Nazionale
Fratelli d'Italia Foggia


mercoledì 6 febbraio 2019

Il Giorno del Ricordo. Il contributo di vite umane di Foggia e provincia.

                                                 

Il 10 febbraio si celebra "Il Giorno del Ricordo". Fu istituita con la legge del 30 marzo del 2004 
n.92, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell'esodo delle popolazioni giuliane/dalmate dalle loro terre .
Si ricordano anche i Martiri Triestini ed il nostro concittadino, il foggiano Leonardo Manzi ucciso dalla polizia inglese insieme ad altri patrioti italiani, con il tricolore fra le mani. A Trieste si  manifestava contro l'esercito di occupazione anglo americano e contro l'annessione di Trieste alla Jugoslavia.

Tra il 1943 ed i primi anni cinquanta vi furono da parte dei comunisti jugoslavi titini tante 
persecuzioni nei confronti degli italiani che vivevano nelle zone di confine istriano.
Il massimo punto di crudeltà fu attuato attraverso " l'infoibamento" .
Le foibe, ovvero degli "inghiottitoi", caverne di materiale carsico.
Si legavano gruppi di italiani , uniti tra loro con un fil di ferro .Si apriva il fuoco soltanto sui primi due o tre i quali, precipitando nell'abisso, trascinavano con sè gli altri sventurati condannati a sopravvivere per giorni sui fondali di queste voragini. 
Questa era la rappresaglia organizzata dal boia comunista jugoslavo Tito. I suoi soldati facevano irruzione nelle case dei civili inermi che venivano caricati su dei camion e venivano trasportati verso l'orlo della Foiba.
Solo da qualche anno  si conosce il contributo che ha dato la Puglia in termini di vite umane infoibate .
Spicca quello relativo a Foggia e la sua provincia. 
Ecco un elenco sicuramente incompleto, tra questi Carabinieri , qualche rappresentante del clero,finanzieri  e semplici cittadini.   

Foggia.
Mininno Michele ( Apriconza)
Spadaccino Francesco
Gianna Severino
Le Grazie Vito
Terlingo Gennaro
Cosentini Anna
Ruggero Pasquale
Conte Mario (lapide Questura di Trieste)
Flumeri Carmine
Amadori Benito Enea (Meldola)

Cerignola
Rano Luca
Alfieri Francesco
Panebianco Sante
Quinto Vincenzo

Manfredonia
Castriotta Cosimo
Di Stasio Giuseppe
Montella Nicolò

San Severo
Di Genova Nicola
Di Stasio Mario
Toma Severino
Romano Guerino
Spinosa Felice

Ascoli Satriano
Tolve Gerardo
Coletta Francesco

Casalnuovo Monterotaro 
D'alessio Matteo

Margherita di Savoia
Battaglia Francesco

Ortanova
Lacoppola  Gregorio
Netti Natale
Mennea Antonio

Panni
Cacchiotti Rocco

Peschici
Mancini Michele

Sannicandro Garganico
Giana Francesco
Grana Saverio
Grana Vincenzo
Vocale Vittorio

San Marco in Lamis
Delle Vergini Antonio
Napolitano Michele

Sant'Agata di Puglia
Cella Romolo

Serracapriola
Capuano Antonio
Porzio Fortunato

Torremaggiore
Celeste Angelo
Di Pumpo Emilio

Isole Tremiti
Davino Camillo

Trinitapoli
Sarcina Luigi

Vico del Gargano
Di Giorgi Giovanni
Tavaglione Nicola

Vieste
Cavaliere Francesco
Cariglia Francesco
Vescera Vincenzo ( Lapide Questura Trieste)
Chieffo Gianbattista. 



PRESENTI!




Più di uno storico sostiene che a Trieste, Gorizia, Pola e Fiume non si ebbe una violenza spontanea della popolazione slava contro quella italiana bensì una repressione che veniva imposta dall’alto.
 L’obiettivo principale delle autorità jugoslave era quello di ripulire il territorio da tutti i soggetti che potevano mettere in discussione la saldezza del nuovo dominio e ordine mondiale così da  incrinarne l’immagine di compattezza. Erano quindi gli italiani che potevano creare problemi. Il modello repressivo applicato («terrore rivoluzionario») fu uno dei più aspri del dopoguerra europeo attuato da un rappresentante di un regime comunista.Il tutto si connotò come una pulizia etnica. 


Il dittatore  Comunista Jugoslavo Tito aveva ottenuto nell'ottobre 1969 il titolo di "Cavaliere di gran Croce al Merito della Repubblica Italiana" da parte dell'allora Presidente Saragat.

Il Presidente Sandro Pertini, tanto osannato e beatificato, fu grande amico del Maresciallo Tito e ne apprezzò sempre la sua valenza politica al punto di inchinarsi e baciare la sua bara per l'ultimo saluto al suo funerale nel maggio del 1980.(così raccontano le cronache dell'epoca che qualcuno contesta) 

Forse per questa sua vicinanza al dittatore comunista si devono le sue amnesie sulle foibe.  

Sarebbe doveroso, per rispetto nei confronti delle decine di migliaia di morti italiani, revocare questa che viene ritenuta una altissima onorificenza concessa dalla Repubblica Italiana ad un capo di Stato straniero per alti meriti.Non è un attestato di benevolenza qualsiasi ma il più importante riconoscimento che certifica virtù filantropiche,sociali e (udite,udite!) umanitarie. 
Qualcuno sostiene che non è possibile revocare le onorificenze ai deceduti perchè questi non  possono presentare una memoria scritta per potersi difendere.
In questo ambito la sentenza storica è stata già scritta. Il Maresciallo Tito è stato un assassino! 
Insieme alla proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia per porre fine a questa assurdità, ci dovrebbe essere l'intervento del Presidente Mattarella che, con un atto di buon senso e di discontinuità nei confronti degli errori perpetrati dai suoi predecessori, revochi questo titolo di onorificenza.

In tal caso si farebbe un' opera di giustizia e nel contempo  si onorerebbero al meglio i tanti morti innocenti, per troppo tempo rimasti nascosti alla storia con una "Congiura del silenzio". 

Purtroppo in questi giorni vi sono stati anche dei brutali atti di negazionismo da parte dell'ANPI.
In tanti hanno preso posizioni contro questo atteggiamento fazioso e irriverente..
Ha preso posizione anche Giampaolo Pansa a riguardo, tanto da far risuscitare nello scrittore di Casal Monferrato,terminologie tipiche del miglior Giovannino Guareschi:

 "l'ANPI è un club di trinariciuti comunisti che dicono solo falsità".  

Atti vergognosi che vanno stigmatizzati, come del resto. ogni altro tipo di negazionismo storico.  
  



               Salvatore Valerio (Foggia)
         
            Componente Assemblea Nazionale
             
                     Fratelli d'Italia.



        




  

venerdì 1 febbraio 2019

Cultura ed Identità.

 Oggi (1 febbraio) con il Giornale in regalo il primo numero del Mensile  "Cultura ed Identità."
Il fondatore Sylos Labini  dice che è una pubblicazione  Alternativa al Radical chic e al politically correct.
"Vogliamo costruire contenuti."

Non si può che salutare con gioia ed interesse questa nuova proposta editoriale destinata a diventare un riferimento per quella Destra che vuol andare oltre il populismo ed avere come riferimento tutti quei contenuti che connotano da tempo questa area politica tra i quali il Sovranismo.

Le Idee che diventano Azione!

S.V


giovedì 17 gennaio 2019

I riferimenti . ( da Gramsci a Baglioni)

Ricordo  che ai tempi del liceo (anni '70) ci si scontrava, purtroppo non  solo dialetticamente, su quali fossero per noi ragazzi i riferimenti non solo politici ma ancor più culturali.

All'epoca le fazioni erano da una parte chi si era invaghito per tutto ciò che veniva dal mondo marxista con una strizzatina d'occhio verso la Cina di Mao ed il suo libretto rosso .

Si disquisiva su Herbet Marcuse che qualcuno definì il filosofo del '68 , adesso dimenticato e criticato da sinistra e non solo. Aveva dato legittimità alla violenza rivoluzionaria. 

Si citava Gramsci , Pasolini solo per ricordarne alcuni.Questi rivalutati successivamente anche da altri ambienti.

Dall'altra parte ( la mia) Giovanni Gentile, Ezra Pound, Julius Evola . Era il periodo in cui la Destra Sociale era impersonificata da Pino Rauti. Sul suo giornale (Linea ) ci siamo 

formati  e trovammo tanti spunti di riflessione, senza dimenticare il famoso testo divenuto una icona  dal titolo"le idee che mossero il mondo", un'opera antologica con sorprendenti spunti di attualità.

Perchè questa introduzione?

La risposta è data dal contesto attuale . Al momento contano più le esternazioni di un cantante, di un attore.

Sono diventati il megafono, la cassa di risonanza  di argomentazioni non solamente politiche. 

In altri termini dei riferimenti. 

Muovono masse critiche enormi .

Sembra di assistere ad una partita di calcio con annesso tifo da

stadio.

Baglioni , per esempio, alla conferenza stampa sulla presentazione del 69mo festival di Sanremo,

contesta Salvini per la sua politica tendente a limitare l'immigrazione nel nostro Paese.

Subito le risponde Lorella Cuccarini dicendo che Salvini fa bene a limitare i flussi migratori nella nostra Nazione.

Un tempo erano i cantautori a discettare su certe tematiche sociali con dei  brani rimasti nella storia della canzone "impegnata", adesso invece è diverso.

In conclusione passa il tempo e cambiano i riferimenti.

Da Gramsci e Ezra Pound a Claudio Baglioni e Lorella Cuccarini.

Mala tempora currunt !


Salvatore Valerio.       

martedì 15 gennaio 2019

16/01/1969 -16/01/2019. 50 anni dal gesto di Jan Palach.


« Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà »

Jan palach






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Mezzo secolo fa lo studente praghese si sacrificò dandosi fuoco in piazza San Venceslao a Praga, contro l'invasione sovietica ed il clima di repressione instaurato da Mosca.
Morirà dopo tre giorni di agonia,

Quanti giovani ricordano oggi il giovane studente di filosofia e quanti ne comprendono il gesto tutto
proteso verso un ideale di libertà?
Allora si parlava di socialismo dal volto umano ed era in atto ciò che fu definita "La primavera di Praga".
La risposta fu una violenta repressione da parte dei carri armati sovietici che fecero subito comprendere che il Regime Comunista di umano aveva ben poco.
Ma molti in Italia se ne accorsero un pò tardi.
Molto più facile allora come adesso ricordare ciò che viene da qualcuno ritenuto più politicamente corretto: Ernesto Che Guevara che campeggia su qualche maglietta oramai sbiadita.
L'Europa, quella protesa sempre più verso l'aspetto economico e bancario, lontana dalle
aspettative sociali dei suoi popoli, non avrà forse tempo per ricordare degnamente un suo figlio che riuscì a smuovere le coscienze di un occidente sino ad allora dormiente, che per decenni mitizzò un concetto ideologico ( il comunismo) che poi si rivelò figlio di un potere politico violento,una delle dittature tra le più cruente, assassine e durature.

JAN PALACH.
PRESENTE!


Salvatore Valerio




lunedì 14 gennaio 2019

I "puristi" e Cesare Battisti.

In ogni accadimento che riguarda l'attualità spuntano quasi sempre le così dette  "anime pure" che molto più sinteticamente chiameremo " i puristi".
Sono giornalisti, opinionisti, politici o semplici persone che scrivono sui social.
Anche nell'ambito della cattura dell'assassino comunista Cesare Battisti si sono subito fatti riconoscere.
Ma chi sono questi puristi?
Quelli che hanno sempre qualcuno  da difendere ,specialmente quelli della loro parte politica, nonostante le azioni efferate acclarate da coloro che pretendono di difendere.
Per esempio Piero Sansonetti che afferma: ..."Tutti sono felici che venga a marcire in Italia all'ergastolo. Che lasci il figlioletto Brasiliano 
Quasi nessuno sa di cosa è accusato . Nessuno conosce le prove :non ci sono .E' un rito pagano:tutti fratelli intorno ad una forca".
Aggiungiamo noi da carnefice a Martire!
Anche un'altro purista il vignettista Vauro dice di stare dalla parte del terrorista rivendicando (senza vergogna e senza chiedere scusa alle vittime) l'appello fatto nel 2004 con relativa firma.
Continua il vignettista :" Cesare Battisti è un fantasma che viene da anni orribili, anni di piombo e stragi ..." evoca anche ... "la dottrina Mitterand" in base alla quale la Francia negò l'estradizione di Battisti".
Saviano tace. Anche lui firmò un appello in favore di Battisti nel 2004.
Tutti puristi e tutti appartenenti alla stessa ideologia comunista!
Una comunità oramai paranoica  che riconosce solo una parte 
della realtà nella quale si deve difendere l'indifendibile. 






Dopo Battisti si indaghi sui tanti misteri irrisolti per i quali nessuno ha mai pagato. Su  quegli ambienti in cui era lecito gridare : "uccidere un fascista non è reato", si vada a fondo in quegli ambienti che dovrebbero sapere qualcosa sui tanti giovani morti negli anni di piombo, ricordiamo ad esempio le vittime di Acca Larentia sui quali è sceso un silenzio vergognoso delle Istituzioni.
Salvatore Valerio

Rinfreschiamoci la memoria.
Cesare Battisti, ex terrorista dei Pac, è stato condannato all'ergastolo dalla Cassazione per quattro omicidi commessi negli anni Settanta.
Per quarant’anni è sfuggito alla giustizia italiana, evitando il carcere per i quattro omicidi di cui è accusato. Cesare Battisti è stato un terrorista militante tra le fila dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, gruppo attivo nel periodo degli anni di piombo. Dei quattro omicidi attribuiti a Battisti, due sono stati commessi materialmente dall’ex latitante e due in concorso. Il 6 giugno 1978 ha ucciso a Udine Antonio Santoro, maresciallo degli agenti di custodia. Meno di un anno dopo, il 16 febbraio 1979, si è macchiato degli omicidi del gioielliere Pierluigi Torregiani, a Milano, e del commerciante Lino Sabbadin, a Mestre. Il 19 aprile dello stesso anno, Andrea Campagna, agente della Digos, ha perso la vita a Milano.

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